Delitto via Poma, potrebbe essere smentito alibi di sospettato dopo oltre 30 anni
Si va verso l’istituzione di una commissione parlamentare per far luce sul caso
Muove i primissimi passi la nuova indagine della Procura di Roma sull’omicidio di Simonetta Cesaroni, una ragazza di venti anni uccisa con 29 coltellate il 7 agosto del 1990 in via Poma a Roma. Il procedimento è stato avviato alla luce di un esposto presentato nelle scorse settimane dai familiari della ragazza.
Accertamenti delle Forze dell’ordine
Il fascicolo in una prima fase è stato aperto come modello 45, ossia senza indagati o ipotesi dei reato ma poi è stato incardinato per omicidio volontario contro ignoti. L’attività istruttoria, in base a quanto si apprende, sarebbe ancora in una fase embrionale ma i pm hanno già affidato la delega alle forze dell’ordine per effettuare una serie di accertamenti.
Commissione parlamentare
Una commissione d’inchiesta per far luce sul caso di Via Poma. A chiedere l’istituzione dell’organismo parlamentare è stato il deputato del Pd, Roberto Morassut. “E’ uno strumento parlamentare che non sostituisce il ruolo della magistratura inquirente, che può decidere sulla base delle più opportune valutazioni se riaprire o no una certa inchiesta”, ha detto al Messaggero Morassut.
“Ma la Commissione, con le sue prerogative, può contribuire a raccogliere e mettere in fila elementi utili, e trasmetterli alle autorità, su una vicenda che evidentemente va ben oltre il caso di cronaca in sé”, ha precisato il deputato del Partito democratico.
Nuove indagini
Per chi indaga è prematuro parlare di “svolta” ma le nuove indagini riguarderebbero un sospettato che già all’epoca dei fatti finì nel mirino degli investigatori. Il suo alibi, a distanza di oltre trent’anni, potrebbe essere smentito da nuovi elementi che verranno raccolti dai magistrati per cercare di dare una identità a chi quel pomeriggio si accanì sul corpo di Simonetta. (ANSA)