Roma, demolizione ville Casamonica: quelli del clan contro gli agenti
Possono sembrare intemperanze di poco conto. Invece, sono la conferma di un’arroganza da gangster
Normale per un verso. Assurdo per l’altro. E la chiave di volta, nella notizia dei Casamonica che si scagliano contro gli agenti che sorvegliano i lavori di demolizione delle loro ville abusive, è proprio nel coesistere di entrambi gli aspetti.
L’assurdità è quella dei delinquenti che sono convinti di poter spadroneggiare a piacimento. La normalità è l’impotenza collettiva, sociale, giudiziaria, a sanzionarli come si deve. Spazzando via quell’arroganza e sostituendola, finalmente, con la certezza della pena: non la certezza astratta – su cui a chiacchiere sono d’accordo tutti, dal Capo dello Stato al più infido dei penalisti, e dal Primo ministro fino all’ultimo dei politicanti di provincia – ma la certezza concreta. Quella che serve a far capire ai criminali che la lotta contro di loro è senza quartiere. E senza scappatoie processuali o di qualsiasi altro tipo.
La realtà, purtroppo, è di segno contrario. I Casamonica hanno tirato la corda per decenni e hanno visto che glielo lasciavano fare. Da bravi delinquenti “di strada” non gliene frega un accidente di ciò che è vero o non vero in teoria, ma badano al sodo: sanno benissimo che qualche rischio lo corrono, e che perciò qualcuno del clan verrà arrestato e passerà dei periodi più o meno lunghi (o più o meno brevi…) in galera, ma sanno ancora meglio che per loro, tutto sommato, il saldo è positivo. Ampiamente positivo. “Lussuosamente” positivo.
Quella che è sempre mancata è la capacità – per non dire la volontà – di fare terra bruciata intorno alla banda. Di tenerla talmente sotto pressione, costantemente sotto pressione, da rendere pressoché impossibile la prosecuzione dei suoi traffici. A cominciare dalla droga e dall’usura ma arrivando anche, eccome, alle occupazioni abusive delle case popolari e alle intimidazioni quotidiane ai danni di chi ha la sventura di abitare nei pressi delle roccaforti del clan.
Ok la demolizione delle ville. Ma non basta
I malavitosi alla Casamonica hanno una logica elementare: che è quella della forza. Il più forte sottomette il più debole. E dicendo “il più forte” intendiamo, ovviamente, il più violento, il più spietato, il più privo di scrupoli.
L’unico linguaggio che possono capire, perciò, è quello della repressione. Si potrebbe dire che vanno rieducati. Ossia che bisogna estirpargli dalla testa, o da dove diavolo si annidano i loro istinti da gangster, la convinzione dell’impunità.
Oltre alle ville, pacchiane e illegali, va rasa al suolo la loro boria. Anche se, purtroppo, non si potrà farlo in un colpo solo.