Denatalità, culle vuote sotto il presepe: confidiamo nel Pnrr e nel futuro
Il tema della nascita che ogni anno si rinnova con la natività, quest’anno porta con sé un grande vuoto e preoccupazione per il futuro
Il Natale è alle porte, tra pochi giorni festeggeremo la nascita di Gesù.
Il tema della nascita che ogni anno si rinnova in tutte le case dei credenti, quest’anno per molti porta con sé un grande vuoto, un’immensa solitudine, enorme preoccupazione per il futuro. Soprattutto dopo due anni di pandemia.
Natività 2021 e denatalità
Il grande vuoto è rappresentato dalla crisi economica, dal senso di depressione generalizzato tra giovani e meno giovani che vivono gli effetti di quella che viene definita “pandemia psicologica” che nelle giovani coppie ha prodotto uno stallo e una mancanza di progettualità familiare.
Il desiderio di avere un figlio è diventato secondario rispetto altre priorità e il dato è confermato dal drastico calo delle nascite registrato dall’Istat anche nel 2021.
A fine ottobre le nascite sono state 12 mila e 500 in meno rispetto all’anno 2020, quasi il doppio dello stesso periodo di un anno fa. Il numero medio di figli delle donne con cittadinanza italiana nel 2020 è stato pari a 1,17; si tratta del numero più basso di sempre.
“Rivitalizzare il capitale umano”
Il professor G. Blangiardo, presidente dell’Istat sostiene che “bisogna rivitalizzare la produzione di capitale umano. Per la natalità le cause del calo sono note: non ci sono strutture adeguate, manca un ambiente favorevole per chi fa figli”. Eppure il desiderio di maternità è sempre vivo e presente in molte giovani coppie che però sono costrette a procrastinare a causa del futuro incerto e dei redditi da lavoro molto bassi. Già nel 2000, in una risoluzione del Consiglio dei ministri del lavoro e degli affari sociali dell’Unione Europea si leggeva ―la maternità, la paternità come pure i diritti dei figli piccoli sono valori sociali eminenti che devono essere salvaguardati dalla società, dagli stati membri, dalla Comunità europea. La fecondità e la scolarità sono essenziali per la salute dell‘economia dell‘impresa. Quindi alle coppie viene chiesto di fare figli per il bene dell’economia, ma è necessario mettere in atto un sistema di welfare che permetta alla nuova famiglia di poter vivere una genitorialità adeguata senza troppi sacrifici.
Si pensa spesso a come sarà la vita familiare con un bambino, a chi affidarlo, a chi delegare le cure quando i genitori sono a lavoro, o peggio ancora, a chi delegare la genitorialità. Purtroppo molte coppie vivono in uno stato di precarietà lavorativa che vacillerebbe ancor di più con una gravidanza. Il nostro bel paese non è in grado di assicurare un futuro ai nuovi nuclei che si stanno formando.
la famiglia a doppio reddito nella società dei consumi
M. Ferrera, professore di Scienza politica all’Università di Milano, ci spiega come la famiglia in cui entrambi i partner lavorano, sia una grande consumatrice potenziale di servizi (Ferrara, 2008); e poiché i servizi generano altri servizi, la famiglia a doppio reddito agisce come un volano di attività economiche e anche di posti di lavoro.
Il lavoro delle donne agisce sull’occupazione, sui consumi, sugli investimenti e sull’innovazione; un’occupazione che porta altra occupazione perché le famiglie a doppio reddito acquistano molti più servizi.
Di culle vuote il professor Ferrara ne parlava già molti anni fa: “troppe donne a casa, troppe culle vuote, troppi bambini in povertà: questo circolo vizioso che affligge il nostro paese, la vera e propria trappola da cui dobbiamo liberarci per riprendere il cammino di crescita. Una crescita “buona” perché in linea con aspirazioni e bisogni delle donne (ma anche in un numero crescente di uomini); perché capace di riconoscere e valorizzare capacità e talenti oggi trascurati, ignorati, discriminati; perché basata su relazioni di genere più eque, su rapporti più efficaci e armoniosi tra le varie sfere di attività, fra “vita” e “lavoro”. E una crescita intelligente perché volta trasformare l’anomalia forse più vistosa del nostro modello economico e sociale – l’enorme capitale umano femminile inattivo”. (M. Ferrara 2008)
PNRR e speranza per il futuro
Ci auspichiamo che il PNRR possa restituire una speranza di un futuro meno incerto che abbia un occhio attento alle nuove coppie.
Il cosiddetto “Family Act” che ha tra i suoi obiettivi prioritari il sostegno alla genitorialità, in particolare la conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa per il contrasto al calo delle nascite.
La famiglia deve tornare a essere il cuore pulsante dell’intera collettività. Le politiche pubbliche devono agire per stimolare nei giovani il desiderio di procreazione ma senza paura e con la consapevolezza di non sentirsi soli.