Diabete, la svolta: l’EMA autorizza l’insulina settimanale
Il nuovo farmaco, prodotto da Novo Nordisk, si chiama Awiqli e permetterà di passare da 365 iniezioni annuali a 52. Esultano le associazioni di medici e pazienti, in attesa del via libera anche dell’AIFA
Potremmo essere di fronte a una rivoluzione copernicana riguardo al trattamento degli adulti che soffrono di diabete. L’Agenzia Europea del Farmaco, infatti, ha approvato il primo medicinale insulinico al mondo da somministrare ogni sette giorni, anziché quotidianamente come accade con quelli odierni. Una notizia che ha suscitato l’immediato entusiasmo delle associazioni dei medici e dei pazienti.
Arriva l’insulina settimanale
Come dunque riporta Il Sole 24 Ore, l’EMA ha dato il via libera ad Awiqli, l’insulina settimanale progettata dall’azienda farmaceutica danese Novo Nordisk. La quale ha spiegato che il proprio prodotto è stato «approvato per gli adulti con diabete mellito», che richiede un monitoraggio costante condizionando la programmazione dell’intera giornata.
Con il nuovo farmaco, invece, «in un anno da un minimo di 365 iniezioni si passa a 52». Il che, conclude l’ANSA, comporterà un significativo miglioramento della qualità della vita dei pazienti.
Attualmente, aggiunge il Corsera, in Italia il diabete colpisce quasi 4 milioni di persone, cifra però sottostimata perché un altro milione e mezzo circa manca all’appello. È la seconda principale patologia cronica nei bambini, ed è da anni in espansione in tutto il mondo. Dall’Europa agli Usa, dall’Asia (con particolare riferimento all’India) fino all’Africa (in Camerun le diagnosi sono aumentate del 200% dal 1990).
Una svolta epocale per chi soffre di diabete
Questi dati fanno capire perfettamente il senso di speranza che la terapia autorizzata dalla European Medicines Agency ha generato in chi combatte giornalmente la malattia. Per esempio, come riferisce TGCom24, il Presidente di Diabete Italia Stefano Nervo l’ha definita una «chiave di volta» e una «novità senza precedenti». Laddove di svolta «epocale» ha parlato il suo omologo di FAND – Associazione Italiana Diabetici, Emilio Augusto Benini.
Plaudono anche i rappresentanti dei camici bianchi, cominciando dal professor Angelo Avogaro, numero uno della Società Italiana di Diabetologia. Secondo cui, come rileva Il Riformista, si tratta di una «innovazione attesa da tempo» per via degli «effetti positivi sia dal punto di vista clinico che sociale».
Concorda il collega Riccardo Candido, al vertice dell’Associazione Medici Diabetologi. Il quale, scrive Rai News, auspica che «gli enti regolatori nazionali, a partire dall’AIFA, si adoperino per garantire in tempi rapidi la disponibilità di questo nuovo farmaco».
Dopotutto, sembra che fare 10.000 passi al giorno contribuisca a ridurre il rischio di sviluppare il diabete. Se però lo fa la scienza, anche uno solo potrebbe essere sufficiente.