Differenze tra tricopigmentazione e tatuaggio per capelli
La tecnica di tricopigmentazione è stata ideata contro la calvizie e per correggere anomalie fisiche come alopecia e cicatrici della pelle
Nel 1988 è stata lanciata la nuova ramificazione della micropigmentazione chiamata tricopigmentazione. Molti spesso confondono questa tecnica di estetica totalmente innovativa con termini come “tatuaggio dei capelli”, a causa di alcune analogie con il tatuaggio tradizionale.
In questo articolo si vogliono evidenziare le principali differenze tra tricopigmentazione e tatuaggio per capelli al fine di evitare fraintendimenti nel momento di decidere tra un trattamento e un altro.
Definizione di tricopigmentazione
La tricopigmentazione rappresenta un settore della micropigmentazione che ricopre specificatamente la zona del cuoio capelluto.
La tecnica di tricopigmentazione è stata ideata e perfezionata per contrastare i segni della calvizie e per correggere esteticamente anomalie fisiche come alopecia e cicatrici della pelle.
Gli effetti che si possono ottenere, ad oggi, attraverso questo tipo di trattamento sono i seguenti:
- effetto rasato
- effetto densità
- effetto ibrido
- camouflage cicatrici
Da menzionare inoltre la tricopigmentazione correttiva, che richiede un intervento più strutturato rispetto ai trattamenti ordinari.
Definizione di tatuaggio
Il tatuaggio è l’arte della decorazione del corpo umano attraverso simboli, immagini o disegni che possono essere colorati o meno, carichi di significato e non.
Il tatuaggio è utilizzato da sempre come forma di espressione scritta o disegnata sul proprio corpo, una forma di comunicazione impressa sulla propria pelle.
I primi tatuaggi della storia risalgono a circa 5.000 anni fa e, tutt’oggi, il loro significato varia a seconda della cultura e della tecnica che utilizzano.
Le principali tecniche con le quali si può eseguire un tatuaggio sono:
- Inuit
- Samoana
- Oceanica
- Giapponese
- Thailandese
- Occidentale
Tricopigmentazione e tatuaggio per capelli – le differenze
La tricopigmentazione si differenzia dal tatuaggio in primo luogo per la sua caratteristica bioriassorbibile. Il pigmento utilizzato per la tricopigmentazione infatti, a differenza di quello impiegato per i tatuaggi, viene eliminato dal corpo stesso in seguito al processo di rigenerazione cutanea, che dura circa due anni.
Altre due sostanziali differenze tra tricopigmentazione e tatuaggio per capelli si riconoscono negli strumenti utilizzati e nella tecnica di applicazione del pigmento.
Mentre il tatuatore si serve di una macchinetta a bobina per tatuaggi, il tricopigmentista utilizza un dermografo specifico per il cuoio capelluto il quale ago è più sottile ed entra nella pelle soltanto in uno strato superficiale.
La tecnica utilizzata per i tatuaggi tradizionali, inoltre, è assolutamente inadatta per la tricopigmentazione, per questo è molto importante non confondere tatuaggio e tricopigmentazione.
Tricopigmentista e tatuatore
Se le analogie più ovvie tra tatuaggio e tricopigmentazione sono la forma e il mezzo con il quale iniettano il pigmento – attraverso un ago che perfora la pelle – il tricopigmentista e il tatuatore sono due figure professionali decisamente diverse tra loro.
Il tatuatore, per poter esercitare la sua professione, deve seguire un corso di operatore tatuaggio. Tale corso ha una durata minima di 90 ore e si divide in una parte teorica ed una parte pratica.
Il tricopigmentista, invece, deve possedere delle competenze specifiche del ramo estetico quali la conoscenza della morfologia del volto e della struttura della pelle.