Dipendenti di Roma in protesta, pronti a dormire in Campidoglio
Continua la protesta di alcuni dipendenti con USB iniziata questa mattina. Anche M5S chiede sospensione dell’atto
Risale a questa mattina il blitz a firma di lavoratori e USB in Campidoglio, che segna la ripresa delle proteste contro il contratto decentrato per i dipendenti di Roma Capitale, determinato con atto unilaterale della Giunta Marino. Un contratto che – come abbiamo spiegato in questo articolo – Caterina Fida, del coordinamento USB Pubblico Impiego, definisce come "una riorganizzazione al ribasso".
La protesta, poi, è proseguita durante tutta la giornata di oggi. Attualmente, circa 20 fra educatrici dei nidi e maestre della scuola d’infanzia rimangono in presidio in Campidoglio, pronte a pernottare nella Sala del Carroccio. La decisione di proseguire la protesta giunge al termine di una densa giornata di mobilitazione, cominciata questa mattina con l’assemblea dei dipendenti capitolini organizzata dall’USB, che si è svolta sulle scalinate antistanti la sala della Protomoteca a causa del diniego all’utilizzo della sala stessa da parte dell’Amministrazione. Un gruppo di circa 100 lavoratrici e lavoratori di Roma Capitale ha poi occupato l’Aula Giulio Cesare, proseguendo l’assemblea sindacale in una affollatissima sala del Carroccio. "Al termine dell’assemblea, e a fronte del rifiuto ad un incontro in giornata da parte del vicesindaco Nieri – spiega USB in un comunicato di pochi minuti fa – le educatrici dei nidi e le maestre della scuola d’infanzia hanno dunque proseguito il presidio".
Lo stesso Nieri, ha poi però accordato un incontro a USB fissato per il 14 gennaio. Ma secondo il sindacato, "non appare sufficiente a garantire un’adeguata rimodulazione delle regole contrattuali. Per questo l’USB ha ripetutamente evidenziato che è fondamentale la presenza dell’assessore alla Scuola e dello stesso sindaco, il quale ha inoltre la delega per i Vigili Urbani".
Intanto, domani, riprenderanno le trattative con i sindacati proprio in merito al nuovo contratto decentrato e, quindi, anche al salario accessorio, oggetto, nei mesi scorsi, del contendere fra sindacati e amministrazione. Anche USB annuncia la sua presenza al tavolo delle trattative. Con un unico scopo: "la necessità di sospensione dell’atto unilaterale".
Nel corso della protesta, anche il M5S è stato presente. Marcello De Vito, capogruppo del M5S Roma, era presente all'assemblea dell'USB. "Il M5S capitolino chiede che l'atto unilaterale della Giunta sia sospeso fino alla fine della trattativa che si riaprirà domani" – si spiegava poi in una nota di questa mattina.
"Dopo mesi di mobilitazione i dipendenti capitolini ancora una volta approdano in Campidoglio per gridare le proprie ragioni di fronte alla applicazione unilaterale da parte dell'amministrazione del nuovo contratto decentrato. La vertenza è molto complessa poiché riguarda molteplici aspetti normativi, dalla applicazione dei principi della legge Brunetta ai rilievi sollevati dal MEF in merito ai criteri di erogazione del salario accessorio, criteri che sono stati considerati inammissibili anche alla luce della lotta agli sprechi concretizzatasi con la spending review".
Ma, queste complessità, non possono permettere – secondo il M5S Roma – che si deroghi a dei "punti fermi incontrovertibili" che destano la preoccupazione dei 24mila dipendenti capitolini. Ovvero: "la necessità di un nuovo contratto nazionale ormai fermo al quadriennio normativo 2006-2009 e al biennio economico 2008-2009". Secondo il M5S Roma, inoltre, "la soluzione della contesa da tempo in atto tra l'amministrazione capitolina e i suoi dipendenti in materia di salario accessorio, indipendentemente dalla famiglia professionale di appartenenza, ruota non solo intorno alla necessità di ancorare le erogazioni salariali accessorie a prestazioni che siano effettivamente accessorie, correttamente misurate e valutate, quanto piuttosto intorno alla necessità che siano assicurati livelli stipendiali sufficienti a garantire a tutti i dipendenti condizioni di vita dignitose attraverso la revisione e l'aggiornamento del Ccnl nelle sue parti normative ed economiche".
Non è da sottovalutare nemmeno l'aspetto del blocco del turn over. "Lo sviluppo in quantità e in qualità dei servizi erogati da Roma Capitale non può essere ben assicurato da dipendenti i cui numero è in costante riduzione a causa del blocco del turn over, spesso non dotati di efficienti strumenti di lavoro a causa delle azioni di contenimento della spesa messe in atto per assicurare il rientro dalle situazioni debitorie contratte dall'amministrazione negli esercizi precedenti e percettori di stipendi bloccati da oltre cinque anni, ormai erosi nel loro reale potere di acquisto".
Pertanto, nella speranza che "davvero si eliminino definitivamente gli sprechi della politica negli appalti e negli affitti passivi e le retribuzioni eccessivamente elevate dei dirigenti (le cui nomine continuano a lievitare) e dei vertici aziendali", il M5S capitolino "proporrà una mozione per impegnare il sindaco e la Giunta a farsi portavoce della necessità che si addivenga ad uno sblocco dei rinnovi contrattuali e intervenire presso le opportune sedi governative affinché al più presto si proceda alla revisione del Ccnl del comparto Regioni e autonomie locali".
Anche dalle fila dei grillini della Capitale, quindi, giunge chiara la richiesta: "Occorre davvero che l'amministrazione superi l'imposizione di un atto unilaterale ascoltando i lavoratori poiché riteniamo che efficienza e malcontento sono tra loro inconciliabili ai fini della riorganizzazione della macchina capitolina".