Disastri naturali: le amministrazioni pubbliche andrebbero commissariate per 10 anni
Spesso le amministrazioni locali non fanno nulla per reprimere gli abusi, anzi fanno finta di non vedere, per non infastidire il cittadino e perdere consensi elettorali…
Una classe politica sprovveduta e arruffona, assente totalmente nel controllo e nella gestione dei territori sia sotto l’aspetto ambientale, urbanistico, paesaggistico e di tutela dei beni culturali, storici e architettonici, crea le condizioni per gli sconvolgimenti più nefasti. E ogni qualvolta si verifica un disastro naturale sono tutti pronti a strapparsi le vesti e a indicare qualcun altro come responsabile.
Le istituzioni e il territorio
Le Regioni sono delegate dallo Stato centrale a svolgere attività di pianificazione e controllo dei territori per l’aspetto ambientale, paesaggistico e urbanistico. Hanno la competenza di approvare i piani regolatori generali predisposti dalle amministrazioni pubbliche locali che rilasciano anche le concessioni ad edificare e tutte le altre autorizzazioni urbanistiche. Naturalmente dopo aver acquisito tutti i pareri tecnici che sono competenza della Regione, del Genio civile ed eventualmente anche dai ministeri a cui spetta il rilascio del benestare autorizzatorio.
Le procedure sulla carta sono regolarmente rispettate. Il vero problema nasce nel momento in cui un cittadino decide di edificare abusivamente in zone sottoposte a vincoli, a ridosso dei fiumi, dei ruscelli di grande portata, davanti al mare, ai laghi e nelle vicinanze delle strade provinciali e regionali. Spesso le amministrazioni locali non fanno assolutamente nulla per reprimere l’abuso, anzi fanno finta di non vedere, per evitare di infastidire il cittadino e perdere consensi elettorali.
Il corso del fiume Aniene
Quindi i Comuni non controllano e le Regioni non fanno rispettare le normative emanate con dispositivi legislativi a tutela dell’ambiente e del territorio. Lo Stato anch’esso colpevole poiché ogni dieci anni attraverso delle leggi ad hoc sana tutti gli abusi edilizi commessi negli anni. Per fare un esempio, ma ne esistono una infinità, nella estrema periferia di Roma è sorto un quartiere totalmente abusivo a ridosso del fiume Aniene. Ogni qualvolta il fiume esondava, creava allagamenti in quel quartiere per cui i cittadini bloccavano via Prenestina per richiamare l’attenzione dell’amministrazione comunale e farsi mettere in sicurezza le abitazioni costruite abusivamente.
Il Comune spende una montagna di denaro pubblico per creare un anello di cinta lunghissimo e alto circa tre metri per mettere al riparo il quartiere da possibili allagamenti. Parliamo sempre di denaro pubblico. E’ mai possibile che nessuno veda nulla ? Il Comune non vede, le Regioni anche e lo Stato fa i condoni edilizi.
Disastri naturali
La classe politica non prova alcuna vergogna nel vedere cosa avviene con un evento come l’alluvione in Emilia Romagna, tra morti e danni miliardari. Anzi, vanno tutti in televisione a parlare di come ricostruire i danni da loro causati. Chi ha permesso di costruire a ridosso dei fiumi, del mare e in tutti i territori sottoposti a vincoli di inedificabilità? Sempre loro, e poi pretendono di essere nominati commissari per la ricostruzione di città e territori devastati dai disastri naturali.
Tutte le amministrazioni pubbliche andrebbero commissariate per almeno dieci anni.
Cesare Giubilei