Incidente funivia, Bovicelli: “Nessun cavo cede all’improvviso, mancate verifiche sicurezza”
Tra le cause della tragedia non solo la rottura di un cavo ma il mancato funzionamento del freno di emergenza
Il 23 maggio, intorno alle ore 11:45, una delle cabine della funivia che collega Stresa-Mottarone in Piemonte è precipitata al suolo a circa 100 metri dalla stazione di vetta. Una tragedia che non ha lasciato scampo. Dei 15 passeggeri a bordo, 14 hanno perso la vita (tra cui un bambino di 9 anni) e uno è rimasto gravemente ferito (un bambino di soli 2 anni). Secondo quanto riporta la Repubblica i cavi erano stati controllati nel 2020 e dovevano durare otto anni.
Secondo Ansa poi, oltre alla rottura del cavo, l’inchiesta della Procura di Verbania dovrà stabilire perché non abbia funzionato il freno di emergenza della cabina precipitata. “Sono tutte supposizioni, ma credo ci sia stato un doppio problema – dice il responsabile provinciale del Soccorso alpino, Matteo Gasparini: la rottura del cavo e il mancato funzionamento del freno di emergenza.
Disastro funivia, le parole dell’esperto, Sergio Bovicelli
Abbiamo raccolto l’analisi di Sergio Bovicelli, già assessore e amministratore pubblico che si è occupato per lungo tempo di infrastrutture e dissesto idrogeologico. La mancanza di un ente di prossimità come le province, dove andiamo a cercare la causa di tragedie come queste? La sorte, l’incuria, la mancanza di controllo?
“Come sappiamo ovviamente c’è un’indagine aperta sui questo drammatico fatto. La gravità di questo dramma richiederà un’indagine molto accurata e coscienziosa. Ciò che posso dire è che non c’è un dio maligno che improvvisamente toglie la mano e fa precipitare una cabina. L’evento è legato alla manutenzione. La questione della manutenzione nel nostro paese non è purtroppo legata solo a questo accadimento, si tratta di un problema radicato nelle infrastrutture. Questa cabinovia rientrava nel TPL ossia Trasporto Pubblico Locale. Mi sembra quindi evidente che gli enti locali sia coinvolto in tutto questo. Agli enti locali spettano infatti anche le verifiche in tal senso.
Le province sono i soggetti che in Italia si occupavano anche di trasporto locale. In realtà se ne occupano ancora gestendo qualcosa come più di 7mila edifici scolastici.
Certo l’imponderabile esiste, ma qui c’è stata una mancanza come nel caso del Ponte Morandi. Nel nostro paese abbiamo 122 mila km di strade provinciali con migliaia di strutture che dovrebbero essere controllate perché sono vecchi o vecchissimi. Il cedimento di un cavo è certamente frutto di un mancato controllo, non c’è dubbio su questo. Perché la portanza di questi cavi è tale che non è possibile cedano così di punto in bianco se sono stati controllati.
La magistratura dovrà accertare le responsabilità individuali di questo disastro. Non c’è fatalità perché gli organi competenti ci sono”.