Discariche a cielo aperto a Roma
Poco più in là, proprio di fronte, c’è l’ingresso della Centrale del Latte di Roma e un paio di ragazze addette alla manutenzione stradale
Terminato il primo e secondo atto della Tragedia andata in scena in Campidoglio e con la chiusura definitiva del sipario, dopo il bis di rito, le quinte sono state smontate, incartate e rimesse a posto nei bauli. Un lucchetto e via. Ci vorrà il ritorno della primavera perché tornino a riveder le stelle. La nuova stagione di prosa capitolina, infatti, è prevista non prima di quel periodo.
E allora, mentre ci si da daffare per la campagna abbonamenti che, nella peggiore delle ipotesi, sarà valida fino al 2021, la Roma che ci hanno lasciato somiglia sempre di più alle periferie greche dove, appena si lascia il centro abitato, ci si trova sommersi dalle immondizie.
Roma e Olimpia. Culle della civiltà del tempo antico. Storia e meraviglie che affascinano, oggi come ieri, tanto che, a visitarle, puoi ancora sentire il profumo delle braci e degli incensi dedicati agli dei, lassù. Ti stordisce l’urlo della folla impazzita che inneggia ai gladiatori.
Storie vecchie di millenni. Storie che non interessano più a nessuno. Buone soltanto per i turisti che, nonostante tutto, continuano ad affollare il più grande museo a cielo aperto del pianeta. Agli altri, amministratori, politici, amici degli amici e via discorrendo, non importa nulla. Non si spiegherebbe, altrimenti, lo scempio che continua a deturpare una città dove le discariche “fai da te” (anche quelle a cielo aperto) sono sotto gli occhi di tutti senza che accada nulla. Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, la “differenziata all’amatriciana” si arricchisce sempre di più. Ce n’è per tutti i gusti. Dalla muratura semplice a quella più pregiata, sanitari e rubinetteria compresi. Giochi per bambini, vestiti, addirittura divani.
Poco più in là, proprio di fronte, c’è l’ingresso della Centrale del Latte di Roma e un paio di ragazze addette alla manutenzione stradale. Una di loro ha colto l’occasione al volo e si è trascinata quel divano sul posto di lavoro. “E’ comodo”. Tutta un’altra cosa, vuoi mettere?