Dl coronavirus, fine emergenza mai? Spunta una scadenza al 31/12/2021
Il Parlamento approva la risoluzione di maggioranza che proroga lo stato eccezionale. Il testo però allunga la vita anche alla piattaforma Immuni, delineando scenari inquietanti
Il Dl coronavirus, quello destinato a prorogare lo stato di emergenza e, con esso, le misure anti-Covid, ancor prima di nascere regala continue sorprese. Alcune positive, come la rinuncia al paventato “coprifuoco” dovuta anche alle (provvidenziali) proteste delle Regioni. Altre, invece, decisamente meno gradite, come una postilla che fa temere che lo stato eccezionale possa trasformarsi in una spiacevole normalità.
Una gestazione travagliata
Alla fine, anche la Camera ha approvato la risoluzione della maggioranza relativa alle comunicazioni del Ministro nomen omen della Salute Roberto Speranza. Con le quali il Governo rosso-giallo chiedeva di confermare i pieni poteri al bi-Premier Giuseppe Conte fino al prossimo 31 gennaio.
È stata una gestazione travagliata, considerando che nella giornata di martedì a Montecitorio era mancato per due volte il numero legale. “Colpa” dei deputati in isolamento fiduciario in seguito alle positività al virus del sottosegretario Riccardo Merlo, dell’ex Ministro Beatrice Lorenzin e pure del suo telefono. Gli onorevoli in quarantena sono stati quindi considerati in missione – e, dunque, assenti giustificati – onde abbassare il quorum e ottenere il placet dell’Aula.
A questo punto, però, non c’erano più i tempi tecnici per emanare il nuovo Dpcm prima che scadesse quello corrente, valido fino allo scorso 7 ottobre. Di qui l’idea di un prolungamento fino al 15 ottobre, limite dell’attuale stato di eccezione, per evitare un momentaneo vuoto normativo. E contestualmente ribadire l’atavica tendenza alla dilazione che ha meritato al fu Avvocato del popolo il soprannome di Signor Frattanto.
Sarà invece immediatamente in vigore la norma che obbliga a indossare le mascherine anche all’aperto. «A meno che non ci si trovi in una situazione di continuativo isolamento» ha precisato Giuseppi, tanto per escludere concessioni di buon senso che stonerebbero con l’azione dell’esecutivo.
La disposizione sarà inserita nel Decreto che consentirà allo stato di emergenza di spegnere la prima candelina, a 12 mesi esatti dalla sua primigenia proclamazione. Ed è proprio tra le pieghe di questo provvedimento che ha fatto capolino un dettaglio a dir poco inquietante.
Dl coronavirus, il dettaglio inquietante
L’articolo 2 del Dl coronavirus va a modificare in parte il Decreto Aprile, tra l’altro nella sezione dedicata alla app Immuni. Nel testo originale, si stabiliva che l’uso della piattaforma di contact tracing e il relativo trattamento dei dati personali cessassero «non oltre il 31 dicembre 2020».
Ora, però, la formulazione è cambiata. E la nuova deadline è stata fissata al «31 dicembre 2021».
Questo, naturalmente, non significa che avremo necessariamente a che fare con la pandemia per tutto il prossimo anno, però solleva almeno dei dubbi. Soprattutto alla luce delle dichiarazioni di Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore generale dell’Oms. Secondo il quale «c’è la speranza che entro la fine di quest’anno potremo avere un vaccino».
È anche vero che, finora, l’Organizzazione Mondiale della Sanità sul Covid-19 non ne ha azzeccata una. Però c’è sempre una prima volta. E, rispetto a uno scenario da fine emergenza mai, meglio un segno di Speranza. Roberto o non Roberto, questo non è il problema.