Domenica 28 torna l’ora solare, ma potrebbe essere l’ultima volta
Le lancette andranno spostate un’ora indietro, ma dopo il referendum promosso tra i cittadini della Ue nel 2019 il cambio dell’ora potrebbe essere abolito
Nella notte tra sabato e domenica, alle ore tre, le lancette degli orologi andranno spostate un'ora indietro: ci si sveglierà più riposati, avendo guadagnato un'ora di sonno in più, ma la giornata da affrontare sarà più corta, con il buio che nel pomeriggio delle prossime settimane arriverà sempre prima, fino al 21 dicembre, giorno del solstizio d'inverno. Da allora le giornate torneranno ad allungarsi, fino al 31 marzo 2019, data in cui sarà possibile tornare all'ora legale e spostare di nuovo le lancette un'ora in avanti.
Il cambio tra ora legale e solare nel 2019, come annunciato a inizio settembre dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, dovrebbe essere uno degli ultimi. Quasi cinque milioni di cittadini dell'Unione hanno risposto a una consultazione, promossa tra luglio e agosto scorsi dai Paesi nordeuropei, capeggiati da Polonia e Finlandia, per abolire il passaggio tra ora legale e ora solare. A esprimersi favorevolmente ben il 76%.
Così, il 12 settembre scorso, Juncker ha dichiarato che già dal 2019 verrà abolito lo spostamento delle lancette, ma ogni Paese potrà decidere autonomamente se adottare sempre l'ora solare o quella legale. Con il rischio di creare grande confusione nella casa europea e nel mercato interno, soprattutto tra Paesi confinanti. Se la riforma sarà approvata, gli Stati che decidono di seguire definitivamente l'ora legale sposteranno per l'ultima volta le lancette in avanti il 31 marzo 2019.
I paesi che invece opteranno per l'ora solare, metteranno mano alle lancette, slittandole un'ora indietro per l'ultima volta, il 27 ottobre 2019. Per decidere quale orario adottare c'è tempo fino ad aprile. Ma per dare il via libera alla modifica serve ancora l'approvazione del Parlamento e del Consiglio europeo, che dovrà arrivare entro marzo.
A introdurre per la prima volta il concetto di ora legale, a fine '700, fu Benjamin Franklin, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d'America. Per sfruttare al meglio la luce solare nelle fabbriche, Franklin propose di tirar giù dal letto la popolazione un'ora prima. Ignorata, la proposta venne riconsiderata dall'inglese William Willett, che la face approvare alla Camera dei Comuni nel 1916.
Nello stesso anno, anche l'Italia decise di adottare il passaggio tra ora solare e ora legale, cambiando idea più volte nel corso del tempo: durante la divisione tra Repubblica sociale di Salò e Regno d'Italia, si arrivò ad avere perfino orari diversi tra Nord e Sud.
Ogni anno in Italia i sette mesi di ora legale riducono di circa 550 milioni di chilowattora i consumi di corrente elettrica, ma per i sostenitori dell'ora solare i benefici, in termine di risparmio elettrico, si assottigliano sempre di più: il consumo di elettricità è sempre meno legato ai servizi d'illuminazione, e sempre più a quelli di forza motrice (ad esempio per frigoriferi e condizionatori).
In attesa che l'Italia scelga quale regime adottare, domenica prossima avremo la possibilità di dormire un'ora in più.