Domenica 29 entra in vigore l’ora legale: una primavera vista dalla finestra?
Il 29 marzo entrerà in vigore l’ora legale, quella splendida opportunità convenzionale che ci donerà un’ora in più di luce
Domenica 29 marzo entrerà in vigore l’ora legale, quella splendida opportunità convenzionale che ogni anno ci da la possibilità di godere di un’ora in più di sole all’aperto e di luce in casa. Ma quest’anno quell’ora donata dagli accordi per il risparmio energetico ci appare amara, quasi un “dispetto”. È una primavera che alcuni vorrebbero definire sprecata, una primavera frustrante, noi chiusi dentro, lei aperta e rigogliosa fuori. Una primavera in cui gli animali si riprendono spazi oltre quelli ai quali li avevamo confinati mentre noi siamo isolati ma iperconnessi, una primavera paradossale: malinconica e al contempo elettrizzante più delle altre perché ci dimostra che davvero la vita è qualcosa che ci sovrasta e non ci appartiene, una stagione si spalanca anche se le nostre porte sono serrate. E questa che sembra una sottrazione e una perdita, è però forse una liberazione sconfinata dall’illusione di un dominio sugli eventi. Di un controllo che in realtà non abbiamo mai sugli accadimenti. La nostra responsabilità sui fenomeni è sempre coniugata e armonizzata con quella del “resto da noi”, atomi come pianeti.
Il 29 aprile, OR2 1998 un asteroide grande come l’Everest –la montagna più alta del mondo- entrerà nella nostra orbita, sfiorando per così dire la terra, a una distanza di 6 milioni di anni luce. È una distanza non così ampia e rassicurante nelle proporzioni dello spazio siderale. Vicinanza e distanza, approssimarsi e allontanarsi, come le stagioni, come corpi celesti che gravitano nell’universo.
Possiamo cambiare il nostro paradigma o almeno pensare di coltivare il nostro tempo, più che riempirlo in modo compulsivo: il tempo è una terra da arare, non una fossa da scavare. Possiamo cimentarci in ricette mai provate, leggere grandi classici della letteratura sempre rimandati, fare pulizie profonde della casa, saggiare una lingua che non abbiamo mai studiato, ballare e cantare anche in salotto, re-imparare a saltare a corda, fare ginnastica, scrivere un diario, approcciare lo yoga, pregare perché no, telefonare a un amico che non sentiamo da un pezzo, vedere film e documentari di ogni genere, e se salvare il pianeta in pantofole non fa per noi possiamo proporci come volontari della Croce Rossa o di innumerevoli associazioni caritatevoli, mediche e ambientaliste…non si tratta di accontentarsi ma di sperimentare, e avremo un’ora di luce in più per farlo. Rispettando i nostri ritmi circadiani e del sonno-veglia, fondamentali per il nostro sistema immunitario e per quello psichico, soprattutto in isolamento e in “reclusione protettiva”.
Come piccoli astronauti, ciascuno nella sua celletta spaziale, esploriamo traiettorie interiori che non conosciamo. Siamo sempre responsabili delle nostre azioni e delle distanze che intratteniamo con gli altri, siamo sempre determinanti e al contempo affidati alle stelle. Senza che vi sia alcuna contraddizione.