Dopo Referendum. Giachetti la rigira: “Un chiaro sì dei romani”
Il deputato PD, e candidato sindaco strabattuto dalla Raggi, legge i risultati a modo suo. E sfida il ridicolo
La matematica non è un’opinione. L’aritmetica delle urne sì, eccome. Alle letture acrobatiche dei risultati delle elezioni, sia nazionali sia locali, siamo abituati: sconfitte cocenti che si trasformano in “una sostanziale tenuta” e incrementi microscopici spacciati per l’anteprima dei trionfi a venire.
Almeno sui referendum, però, ci vorrebbe un po’ più di cautela. Specialmente quando la partecipazione è stata limitatissima e il voto aveva comunque solo un carattere consultivo. Se inseguivi un successo e ti ritrovi con un fallimento, bisognerebbe avere l’onestà di ammetterlo. Ripromettendosi, tutt’al più, di provare a rilanciare la questione in futuro.
Roberto Giachetti, evidentemente, non la pensa così. Il deputato del PD, che alle ultime Comunali aveva corso per la poltrona di sindaco (“corso” si fa per dire: visto il distacco abissale da Virginia Raggi la sua andrebbe definita una passeggiatina a passo lento, anzi moderato), si esibisce in una curiosa lettura di quello che è emerso ieri nei seggi.
Intervistato nella trasmissione “L’Italia s’è desta”, in onda su Radio Cusano Campus, la racconta in questo modo: “Non sono deluso perché non mi sono mai illuso. È stata una consultazione silenziata dal Campidoglio e non poteva che dare frutti di questo tipo dal punto di vista della partecipazione. Nel terzo Municipio il referendum ha avuto un quorum del 19% e il presidente del Municipio e' stato eletto col 20%, quindi si va a votare poco ultimamente a Roma. La differenza delle percentuali tra ‘sì’ e ‘no’ la dice lunga sul sentimento dei romani. Bisogna chiedere all'amministrazione cosa accadrà ad Atac. La sindaca ogni mese annuncia che arriveranno centinaia di nuovi autobus invece arrivano centinaia di milioni di debito".
Insomma: secondo Giachetti, il voto di chi si è recato ai seggi “la dice lunga sul sentimento dei romani”. I pochi che sono andati a votare rappresentano pure i tantissimi che non lo hanno fatto. In altre parole, chi si è espresso è la parte intelligente della popolazione, mentre gli sciocchi, i pigri, i conniventi, se ne sono restati a casa.
Prendere nota e memorizzare. Il ‘PD style” non si smentisce mai.