Dopo un mese si riunisce l’Assemblea, ma manca il numero legale
La denuncia del MoVimento 5 Stelle, che si è visto respingere due mozioni sulla Scuola
Questo Consiglio non s’ha da fare, inutile girarci troppo intorno. Dopo “un mese di vacanza”, con la pausa della campagna elettorale di mezzo, ieri l’Assemblea Capitolina si è nuovamente riunita in Aula Giulio Cesare ma – come spiega il gruppo consiliare a 5 Stelle, Raggi-Frongia-De Vito-Stefàno – “la maggioranza fa cadere ancora il numero legale e non riesce neanche a ricostituirlo”.
Evidentemente – continuano – “il rispetto dei romani, e di quegli elettori che proprio pochi giorni fa gli hanno confermato la piena fiducia, non è la principale preoccupazione di questo partito!”.
Ieri, in Aula, oltre l’approvazione della delibera sui matrimoni, nell’ambito della celebrazione del rito civile, come abbiamo spiegato, si è discusso – si fa per dire – anche di scuola. Due mozioni sono state presentate dai 5 Stelle: la prima sulla reintroduzione dell'esenzione per la quota del terzo figlio commisurata al reddito ISEE delle famiglie – “cancellata dall’Ass. Cattoi per fare cassa”, spiegano ancora i 5 Stelle – nonché sul mantenimento dell’attuale orario scolastico per i nidi pubblici, drasticamente ridotto a seguito del Piano per i servizi 0-6 anni per l’a.s. 2014-2015; la seconda, “contro la proposta del predetto Assessore per adeguare (ossia aumentare) le tariffe per il trasporto scolastico”. I 5 Stelle chiedono “di coprire i costi con i tagli agli sprechi o, in caso di aumento necessario, di commisurare gli aumenti al reddito ISEE delle famiglie. In sostanza, chiediamo di applicare il principio di progressività dell'imposta come sancito dall’art. 53 Cost. affinché chi ha di più paghi di più facendosi anche carico di chi ha meno”.
Ebbene, la maggioranza ha bocciato la prima mozione, “deducendo che l’Assessore avrebbe fatto retromarcia ma a noi non risulta alcun provvedimento al riguardo” – continuano i grillini, che spiegano come anche la seconda mozione non sia stata tenuta in considerazione, nonostante “a noi non risultino provvedimenti in tal senso”.
“In questo periodo di crisi – continuano e concludono i 5 Stelle di Roma – ci sembra che chiedere il rispetto dei cittadini, chiedere di applicare un principio costituzionale che promuove una maggiore equità impositiva sia il c.d. ‘minimo sindacale’. Prendiamo atto che la maggioranza non è dello stesso avviso”.