Dpcm 3 dicembre, troppe regole e confuse: riflesso del caos nel governo
La confusione del dpcm 3 dicembre non nasce a caso, ma è figlia del dibattito che c’è nelle diverse linee di pensiero interne al governo
Questa volta, con il Dpcm del 3 dicembre, Conte ha esagerato, ha elaborato troppe norme e confuse, sarà difficile per gli italiani capire cosa devono o non devono fare. La prima regola della comunicazione, della politica e dell’efficienza è sempre quella di far poche regole e molto chiare.
La confusione non nasce a caso, ma è figlia del dibattito che c’è nelle diverse linee di pensiero interne al governo. Un governo diviso, non più guidato da Conte in modo netto. Si tratta di partiti, quelli interni al governo, che vogliono il rimpasto. Conte oggi è più debole, e cerca di mediare tra le parti.
Altro tema sono queste conferenze stampa di cui non se ne può più, per altro fatte la sera in orario da Tg nazionale. Va bene le prime volte, quando eravamo scioccati dal virus, terrorizzati dalla pandemia, ma ora basta, gli italiani sanno quale è la situazione.
Oltretutto non c’è mai qualche domanda scomoda, partecipano sempre stessi giornalisti, con domande solitamente compiacenti, il tutto è una pantomima orchestrata da Palazzo Chigi. Per correttezza verso i cittadini e la stampa dovrebbero esserci anche domande più incalzanti, meno allineate. Dovrebbero essere rappresentate tutte le opinioni, le tendenze di pensiero, i dubbi della popolazione.
Per quanto riguarda Beppe Grillo, come sempre usa armi di distrazione di massa. Questa mattina ha tirato fuori l’ennesima buotade. Lui ha tutto l’interesse che il governo prosegua, in quanto è figlio anche di una sua scelta ben precisa e certo non vuole che cada il 9 dicembre.