Dpcm di dicembre, ecco le regole sotto l’albero del Santo Natale
Il Governo verso l’allentamento delle restrizioni, allo studio anche 10 giorni per lo shopping se tutte le Regioni avranno un Rt inferiore a 1. E la curva dei contagi scende ancora
L’attesa è quasi terminata, il Dpcm di dicembre è in arrivo. Lo diciamo soprattutto per tranquillizzare quanti fossero in crisi di astinenza rispetto all’abituale sovraesposizione mediatica del bi-Premier Giuseppe Conte. E non è tutto: il grafico dei contagi, infatti, continua a flettere. E, per effetto di questa discesa, Palazzo Chigi sta pensando a un allentamento delle restrizioni, volto anche e soprattutto a “salvare” i consumi natalizi.
In arrivo il Dpcm di dicembre
Dopo il varo dell’ultimo (in senso cronologico) Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, quello del 3 novembre scorso, Striscia la Notizia aveva “avvisato” l’Italia. To be continued, aveva cinguettato la trasmissione satirica, facendo vestire al fu Avvocato del popolo i panni del croupier di una tombola.
Detto, fatto – o, perlomeno, in corso d’opera. La data cruciale, in effetti, secondo indiscrezioni sarà quella di venerdì 27 novembre, quando si valuterà l’efficacia delle disposizioni più recenti. Verifica che dovrebbe essere più semplice ora che ci si è preso il tempo necessario a capire l’effetto dei provvedimenti, anziché adottarne di nuovi ogni tre giorni.
In particolare, il vaglio dovrebbe riguardare la divisione clinico-cromatica del Belpaese in base alle famigerate aree di criticità. Modello che qualcuno ha definito “a semaforo” – un po’ impropriamente in realtà, vista la totale assenza del colore verde. E che dovrebbe comunque restare in vigore fino al 3 dicembre, quando scadranno le attuali limitazioni.
Dal 27 novembre, però, gli enti locali potranno cambiare tinta, stavolta anche con la possibilità di “indossarne” una più tenue. Piemonte e Lombardia, per esempio, dovrebbero passare dalla fascia rossa a quella arancione, che altre Regioni potrebbero invece abbandonare in favore della fascia gialla.
Tutto dipende, ça va sans dire, dall’andamento della curva epidemiologica. E, da questo punto di vista, i segnali sono incoraggianti.
La Fondazione GIMBE, infatti, aveva già rilevato «una stabilizzazione nell’incremento del trend dei nuovi casi» nella settimana 11-17 novembre. Ora la tendenza è stata confermata anche dall’Istituto Superiore di Sanità, che nel consueto bollettino settimanale ha evidenziato «una riduzione nella trasmissibilità» del virus.
Dpcm di dicembre, le regole sotto l’albero
In dettaglio, l’indice Rt – quello che misura, appunto, la trasmissione del patogeno – a livello nazionale è sceso a 1,18, in forte calo rispetto all’1,43 della settimana precedente. E in quattro Regioni – Lazio, Liguria, Molise e Sardegna – il parametro è già inferiore a quel valore 1 che costituisce anche una soglia psicologica.
Certo, gli esperti continuano a raccomandare cautela e a caldeggiare il mantenimento dei divieti anche nel periodo delle feste. La loro prospettiva, però, è limitata all’ambito sanitario, laddove l’esecutivo deve necessariamente avere una visione a 360 gradi, che non può permettersi di trascurare alcun aspetto della crisi.
Per questo motivo, è già allo studio una serie di deroghe all’attuale stretta. A cominciare da una finestra di dieci giorni, a ridosso del Santo Natale, per consentire lo shopping e dare un po’ di respiro all’economia. All’uopo, il Governo rosso-giallo ipotizza di ripristinare l’apertura dei centri commerciali nei weekend, e dei negozi fino alle 22. Che per il sottosegretario dem alla Salute Sandra Zampa sarebbe un «orario lungo», ma tant’è.
Considerato poi che il Dpcm di dicembre dovrebbe prevedere anche l’apertura serale per bar, pub, ristoranti e pasticcerie, diventerebbe impossibile rispettare il coprifuoco. Che, infatti, potrebbe slittare alle 23 o alle 24.
Permarrebbero, invece, gli altri divieti, a partire da quello relativo all’ingresso e all’uscita dai territori in zona rossa o arancione. Resterebbero interdetti anche sport di contatto, palestre e impianti sciistici, anche se su questo punto gli amministratori locali sono sul piede di guerra. E, naturalmente, rimarrà il veto su assembramenti e feste, con tanto di raccomandazione – qualunque cosa significhi a livello giuridico – per le abitazioni private.
Per la normalità bisognerà ancora aspettare
Queste le regole che dovremmo trovare sotto l’albero con il Dpcm di dicembre. Ma solo se tutte le Regioni avranno un Rt minore di 1.
In ogni caso, bisognerà ancora attendere per una vera normalità che, con buona pace di “stregoni della Rete” e webeti, si avrà solo con il vaccino. Non a caso Domenico Arcuri, Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, sta pressando le Regioni affinché presentino in fretta i piani per distribuire, conservare e somministrare l’antidoto. A gennaio vi saranno dosi sufficienti per immunizzare 1,7 milioni di Italiani, e l’auspicio è quello di arrivare in pochi mesi alla somministrazione su larga scala.
Arcuri ha inoltre dichiarato che «per ora non è previsto l’obbligo» di vaccinazione. Aggiungendo al contempo che si sta pensando a un patentino per i vaccinati, di cui si dovrebbe occupare il Ministero della Salute.
Sarebbe di certo un passo avanti sia rispetto alle autocertificazioni che – ai fini della tracciabilità sul territorio – all’app Immuni. Come a dire che vi sono segni di Speranza. E non era scontato che fosse necessariamente una buona notizia.