È giusto ridurre affitto di un locale per Covid-19? Il tribunale dice sì
Ridurre affitto causa Covid-19: è un atto cautelare, non automatico in tutti i casi simili, ma può costituire un precedente giuridico importante
Affitto ridotto causa Covid-19. Arriva dal Tribunale di Roma la sentenza che da ragione ad un ristoratore della Capitale. Come fa sapere Il Messaggero, il giudice Maria Pasqualino Grauso lo ha deciso il 27 agosto scorso. Un ristoratore aveva fatto ricorso per chiedere la riduzione del canone di locazione e che il proprietario delle mura del locale non facesse scattare la fideiussione in caso di morosità.
Ridurre affitto per ripartire dopo il Covid-19
Il ristoratore in causa ha vinto e il giudice ha imposto una riduzione dell’affitto del 40 per cento (per aprile e maggio 2020 durante il lockdown) e del 20 per cento per il mese di marzo. Inoltre ha ottenuto la rateizzazione di 48 mesi per le morosità precedenti. Questa ordinanza è un atto cautelare, non automatico in tutti i casi simili, ma può costituire un precedente giuridico importante.
Infatti finora, su questo tema, i tribunali di tutta Italia si erano espressi in maniera diversa, mentre il giudice in questione valuta come i provvedimenti del governo, come lo sconto sugli affitti del 30 per cento, “non siano sufficienti” a dar modo agli operatori di ripartire dopo i danni causati dalla pandemia. Che possa divenire una ricetta economica e legale utile per favorire la ripartenza del paese è ancora da vedere.