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E le foreste continuano a sparire. Le distrugge l’agricoltura

Calcolati in 170 milioni gli ettari di foresta che probabilmente spariranno dalla faccia della Terra entro il 2030

Sono stati calcolati in 170 milioni gli ettari di foresta che probabilmente spariranno dalla faccia della Terra entro il 2030. Una cifra spaventosa e che parla da sè. Un’area talmente vasta e sconfinata che potrebbe coprire quelle di Francia, Germania e Portogallo messe assieme.

L’ennesimo allarme urlato nel deserto è stato lanciato dal WWF nell’ambito del “Tropical Landscapes Summit” che si sta tenendo a Giacarta in queste ore. Le cause della deforestazione in atto sono da ricercarsi principalmente nello sviluppo dell’agricoltura. Quella agricoltura che, ad esempio, in Paesi come il Borneo e la Malesia, sta spazzando via la vegetazione ad alto fusto tipica di quelle zone per fare posto alla ordinata coltivazione dell’olio di palma. Con buona salute dei tigrotti di Mompracem!

Sono decenni che i dati sulla deforestazione mondiale sono più che allarmanti. Ero poco più che bambino che già il tema era di incredibile gravità. Eppure nulla, o poco più del nulla, è accaduto per cercare di invertire la rotta intrapresa dalla quasi totalità dei Governi. Nemmeno oggi, dopo le solite riunioni di rito di livello internazionale (farcite di super buffet ed auto blu) e le conoscenze scientifiche acquisite nel frattempo che stanno a dimostrare quanto l’uomo sia autodistruttivo nel campo dell’ambiente, si tentano soluzioni diverse a quelle scellerate e radicali che stanno uccidendo il nostro Pianeta.

Se il trend non si dovesse invertire, infatti, entro la metà del secolo gli ettari persi supereranno i 240 milioni con conseguenze catastrofiche per il clima che si registreranno entro pochi anni. Evidentemente e purtroppo per noi, però, non sono bastate nemmeno le tragedie accadute fino ad oggi anche nel nostro Paese dovute al cambiamento climatico in atto. Non ci pare, infatti, che le prime pagine di giornali e telegiornali si occupino più dello stretto necessario di un problema così grave e che ci tocca così da vicino come quello dell’ambiente, visto che, fino a prova contraria, l’uomo vive sulla Terra.

I polmoni verdi a rischio? I soliti, come quelli rappresentati dall’Amazzonia e dal Borneo, da Sumatra e Africa Orientale, Australia e Nuova Guinea, solo per citarne alcuni. Inutile stare a sottolineare che in moltissime di queste zone sopravvivono specie animali ad altissimo rischio di estinzione, gli Oranghi tra i tanti, che pagano sulla propria pelle la scomparsa del loro habitat a causa del solito olio di palma, tanto apprezzato anche in alta pasticceria quanto sottopagato ai produttori ed ai braccianti indigeni.

E allora è proprio vero, non ci sarà veramente più la mezza stagione

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