E’ morta Lina Wertmüller: la regista italiana aveva 93 anni
La regista Lina Wertmuller è venuta a mancare oggi: ad agosto aveva compiuto 93 anni. E’ stata la prima italiana candidata all’Oscar
E’ morta a Roma la regista italiana Lina Wertmüller all’età di 93 anni. La donna nel 1977 era stata la donna nella storia candidata all’Oscar per il film Pasqualino Settebellezze. Oscar che ha poi ricevuto nel 2020 con il premio alla carriera.
Vita e Carriera di Lina Wertmüller
Lina Wertmüller è nata a Roma il 12 agosto del 1928. Si avvicinò al mondo del cinema e del teatro, che caratterizzerà poi la sua vita, solo a 17 anni, quando si iscrisse alla prima accademia teatrale. La sua gavetta si consuma come aiuto regista prima in teatro e poi sul grande schermo, collaborando sin da subito con nomi importanti quali Grottini e Fellini. Il suo esordio alla regia avvenne nel 1963 con I Basilischi, una storia che riguardava un gruppo di ragazzi del sud Italia. Nella seconda metà degli anni 60′ nacque la sua collaborazione con Giancarlo Giannini, presente in diversi suoi grandi successi.
La candidatura all’Oscar
Nel 1977 un momento alto della sua carriera venne segnato con il film Pasqualino Settebellezze, una pellicola che ebbe un enorme successo soprattutto negli Stati Uniti nel 1977. Con questo prodotto cinematografico la Wertmüller ricevette tre candidature all’Oscar: migliore regia, miglior film straniero e migliore sceneggiatura. Una quarta candidatura arrivò a Giannini per la sua interpretazione nel film. Queste segnarono un traguardo molto importante: rappresentarono infatti la prima candidatura all’Oscar per una donna regista nella storia.
Il premio alla carriera e gli ultimi anni
La sua carriera proseguì negli anni 80′ sempre con grande dedizione e portando sul grande schermo dei prodotti tra loro sempre diversi e innovativi. Punto centrale dei suoi film erano spesso i contrasti tra nord e sud e l’analisi sociale di uomini e donne in Italia. Riceve poi il premio Oscar alla carriera nel 2019, con la premiazione avvenuta nel 2020. “Per il suo provocatorio scardinare con coraggio le regole politiche e sociali attraverso la sua arma preferita: la cinepresa” è la motivazione scritta per l’assegnazione di questo premio.