È Sinner mania: tutti pazzi per l’italiano numero 2 del mondo
Nel prossimo futuro Jannik Sinner è destinato a scalare la vetta della classifica del ranking mondiale, scalzando Novak Djokovic
Nel prossimo futuro il tennista azzurro è destinato a scalare la vetta della classifica del ranking mondiale, scalzando Novak Djokovic e ingaggiando gare da sogno col suo rivale predestinato, lo spagnolo Carlos Alcaraz, altro astro nascente del tennis internazionale.
Jannik Sinner numero 2 al mondo
Dopo 22 vittorie e una sola sconfitta nel 2024 ormai non ci sono più parole per tessere le lodi di Jannik Sinner, il miglior tennista italiano di sempre, anche più di Adriano Panatta e di Nicola Pietrangeli. Da fine marzo Jannik è il numero 2 del mondo, salendo a 8710 punti, con la vittoria nella finale dei ATP Miami Open dove ha battuto il bulgaro Dimitrov con un perentorio 6-3, 6-1 e ora l’azzurro, che ha vinto il suo tredicesimo titolo ATP, nel ranking mondiale, è dietro solo al serbo Novak Djokovic a 9725 punti. Il primo italiano della storia a salire così in alto, Adriano Panatta si era fermato alla quarta posizione.
Jannik ha davanti a sé un’autostrada e il primo posto è solo questione di tempo. Al momento anche il più forte rivale, lo spagnolo Carlos Alcaraz , è dietro a 8645 punti. Il russo Medvedev, anch’egli stracciato in semifinale è quarto a 7165 punti. Dietro di loro c’è Alexander Zverev a 5370. Questi sono i 5 più forti tennisti del momento.
Febbre da Sinner: nessuno come lui, neanche Pietrangeli e Panatta
Per quanto riguarda l’Italia mai nessuno ha fatto come lui. Ha superato quello che fino a poco fa è stato il migliore tennista azzurro, ovvero Adriano Panatta, che era arrivato al massimo ad essere il quarto al mondo.
Matteo Berrettini, tutt’ora in attività, era arrivato alla sesta posizione, mentre Corrado Barazutti è stato 7°, Fabio Fognini 9°, Paolo Bertolucci 12° e poi via via gli altri Marco Cecchinato 16° e tutti 18 imi Andrea Gaudenzi, Andreas Seppi e Omar Camporese.
L’unico che era riuscito a salire così in alto, prima dell’avvento del ranking Atp, come lo conosciamo oggi, era stato Nicola Pietrangeli ma parliamo del 1959-1960. Un’altra era tennistica. Jannik Sinner quindi è il quarantaduesimo giocatore al mondo a raggiungere la top 2 nell’era Open del tennis. Dal 1973, da quando la classifica è diventata computerizzata. In quattordici si sono fermati al numero due, altri 28 sono poi diventati numero uno al mondo.
Diventare numero 1 è solo questione di tempo
In questi giorni il ragazzo ha tolto la prima pagina dei quotidiani sportivi anche al calcio. Si giocava Lazio-Juventus, Napoli- Atalanta e Fiorentina-Milan, ma gli occhi degli sportivi erano puntati sulla sfida di Miami. Il motivo è semplice: Sinner stava compiendo un’impresa.
Come lui, nella storia, al n.2 (senza poi diventare n. 1) ci sono stati nomi come Manolo Orantes, Ken Rosewall, Guillermo Vilas, Arthur Ashe, Michael Stich, Goran Ivanisevic, Michael Chang, Petr Korda, Alex Corretja, Tommy Haas, Magnus Norman, Alexander Zverev e Casper Ruud.
Jannik ovviamente ha tutto il tempo del mondo per raggiungere la prima posizione ed entrare come 29° nel gruppo dei numeri 1. È davvero solo questione di tempo, le prossime sfide ci daranno la risposta. A 22 anni, 7 mesi e 15 giorni, Sinner è il ventesimo più giovane top 2, anche qui davvero niente male.
Jannik nel Gotha mondiale del tennis
Altri atleti internazionali sono entrati nel gruppo dei top giovanissimi, anche più giovani di Jannik che ha 22 anni e sono André Agassi quando ne aveva 18 anni, come Bjorn Borg e Boris Becker, mentre Rafael Nadal a 19 come Carlos Alcaraz.
Invece Wilander, McEnroe, Djokovic, Sampras, Hewitt, Zverev, Safin ed Edberg a 20 anni e Connors, Federer, Lendl, Ferrero e Murray, Reddick e Courier a 21 anni, e a 22 oltre a Sinner ci sono Rios, Moya, Kafelnikov, Vilas, Ivanisevic, Tsitsipras e Coira. Come si vede dai nomi si sta parlando del Gotha del tennis mondiale e Sinner è tra loro ed è destinato a un futuro di grandi successi.
Invece di diventare un personaggio tronfio e sbruffone, come capita a tanti campioni internazionali, basti pensare a Ronaldo, lui manifesta uno spirito inaspettatamente equilibrato, addolcito da un’autoironia spiazzante che te lo rende simpatico a prescindere. Uno che dice che nello sport “o si vice o s’impara” ha capito tutto e ci avvisa che soprattutto con le sconfitte si cresce.
La sua grandezza è l’umiltà e il senso di responsabilità
Ma la grandezza di questo campione non è solo nei numeri, nel fatto che ha vinto uno Slam, ha riportato la Coppa Davis in Italia dopo 47 anni, che abbia vinto un torneo 1000 e un 500 in scioltezza, che sia il numero 2 al mondo a solo 22 anni. Quello che lo rende ancora più grande sono la sua umiltà, il senso di responsabilità, lo stile di vita e quello che dice ogni volta che lo intervistano.
Mandando un pensiero ai genitori, smarcandosi da tutte le proposte di mondanità e di gossip, mostrando una maturità invidiabile. Un esempio per i suoi coetanei che si dedicano a tutt’altro. Una volta terminato l’incontro con il bulgaro Dimitrov ha speso metà intervento sul podio a omaggiare il suo avversario. Ha reso l’onore delle armi allo sconfitto, augurandosi di incontrarlo di nuovo. Per lui il podio del numero 2 non è un punto di arrivo. C’è ancora tanto da fare. Tanto da allenarsi, studiare e lavorare per essere un vero Top Player.
La residenza a Montecarlo per pagare meno tasse?
Non sembra gli interessino i soldi, anche se ne sta guadagnando tanti e il fatto di avere la residenza a Montecarlo testimonia molta oculatezza. Certo gli Italiani gli rimproverano di non voler pagare le tasse in Italia, ma al posto suo farebbero lo stesso.
I suoi guadagni li fa soprattutto fuori dai confini italiani e la sua vita si svolge più in aereo, a Miami, a Sidney, a Londra, a Parigi che in Val Pusteria. Perché dovrebbe pagare il 60% di imposte al nostro erario? Quale sono i servizi dello Stato Italiano di cui godrebbe Sinner?
Quello che è sbagliato è il sistema fiscale italiano. In nessuno stato al mondo, per chi porta in alto il brand del proprio Paese, invece che un riconoscimento pubblico viene chiesto di pagare il 60% al fisco e poi, per avere indietro che? Una sanità che non funziona, una scuola che non funziona, una rete stradale a livelli di Terzo mondo e un Governo che vuole spende in armi per una guerra che ci danneggia e 15 miliardi per fare un ponte inutile dove servirebbero strade, ospedali e scuole?
Tutte queste cose lui non le può dire ma m’immagino che siano le vere ragioni della residenza nel Principato. Lui se l’è venduta con i servizi che offre Montecarlo, la tranquillità e l’organizzazione del Principato rispetto all’Italia ma è chiaro che la vera ragione è non gettare alle ortiche la metà dei guadagni che gli costano sacrifici e privazioni.
Le tasse vanno pagate. Il principio è giusto. Ma quando sono sperequate e mal utilizzate a nessuno piace pagare. Qui sta una delle ragioni dell’evasione fiscale italiana. Sono frasi che non si sentono dire pubblicamente ma in privato le ripetono anche i parlamentari. Sono anni che se ne parla ma mi pare che, destra o sinistra, non cambi sostanzialmente niente.