Ecco come cambia il volto del sindacato italiano con M410
Micaela Quintavalle spiega gli obiettivi del sindacato Cambia-Menti M410
Cambia-Menti M410 è il nuovo volto del sindacato italiano, quello che non baratta il bene dei lavoratori con tessere di partito, né sacrifica la dignità – prima della persona, poi professionale – in cambio di chissà quali privilegi. Insomma, M410 – il sindacato nato dalla volontà di Micaela Quintavalle, la pasionaria delle proteste Atac – non si presenta come nuovo bacino da cui attingere promozioni lavorative, né come ufficio di collocazione: M410 vuole riportare il sindacato alle sue origini.
Il punto su cui si sono basati le proteste prima, e il sindacato poi, è uno e uno soltanto: l’alleanza con i cittadini. Ma, è inevitabile, bisogna fare i conti anche con chi-di-dovere. Per questo, Micaela Quintavalle aveva cercato un incontro con gli altri sindacati ma l’Assemblea non si è svolta, con un forfait dato dai sindacati poche ore prima dell’incontro. Oggi, invece, si svolgerà un’Assemblea di presentazione di M410 con alcuni volti della politica.
Ma cosa vogliono dire gli autoferrotranvieri che hanno aderito alla sigla? Che “la privatizzazione non porta benefici” – come ci spiega la Quintavalle, che abbiamo raggiunto telefonicamente. “Non pensiamo solo al danno eventuale per i lavoratori, ma pensiamo ai cittadini. Tutte le aziende di trasporto private che abbiamo incontrato in questi mesi ci hanno raccontato come le cose in realtà non funzionino. E questo perché con il privato si perde la ragione sociale, in quanto il privato persegue solo l’obiettivo dell’utile. Oltretutto, se si privatizzasse il trasporto pubblico romano, si andrebbe anche contro la volontà dei cittadini, espressa con un referendum nel 2011”. Insomma – sostiene la Quintavalle – “privatizzare il trasporto pubblico romano sarebbe una sconfitta per la nostra città”.
Ma M410 non parla solo di privatizzazione: fino a metà maggio, i lavoratori potranno aderire alla raccolta firme ideata dal sindacato. Con la raccolta firme – spiega ancora Micaela – si chiede che vengano tolti “i turni agevolati ai sindacati. Il che, vuol dire ripristinare “i valori del sindacato pulito”. Attenzione, non che sia sporco il sindacato: lo sono le persone che, di volta in volta, ne hanno determinato la rotta. “Far fare attività ai sindacalisti solo nel loro tempo libero – incalza la Quintavalle – vuol dire mantenere attivi solo coloro che hanno davvero voglia di lottare e combattere per il bene dei lavoratori”. Per questo, la Quintavalle, chiede anche che essi lavorino la domenica e i festivi, così “anche noi, 1 volta su 100, potremmo veder soddisfatta la nostra richiesta di congedo”. Metterli in queste condizioni, vorrebbe dire “far conoscere loro di cosa è fatto realmente il nostro lavoro, le difficoltà e i problemi”.
E se dovessero ignorare la vostra raccolta firme, insabbiandola? “Abbiamo in mente alcune forme di protesta, ma sicuramente la prima cosa che faremo sarà allargare la raccolta firme ai cittadini, perché questa petizione è per loro. L’alleanza con loro è molto importante, e sta tornando ad essere salda, nonostante per 10 anni l’azienda abbia scaricato sempre su noi lavoratori colpe e responsabilità. Oltretutto anche molti amministrativi stanno firmando”.
È fiduciosa, quindi, la Quintavalle, con la quale abbiamo anche parlato dei tagli alle linee di trasporto pubblico. “Le decisioni – commenta – vengono prese da chi siede sulle poltrone e non al posto di guida o sui sedili degli autobus. Bisogna capire che chi oggi prende l’autobus, 9 volte su 10 lo fa per necessità. Tagliare, quindi, vuol dire aumentare ancora di più i problemi. E poi non lo prendono solo i 15enni l’autobus, che se camminano 300 metri in più per arrivare al capolinea non ne risentono. Pensiamo agli anziani e alle anziane”.
E per quanto riguarda le assunzioni? “Il concorso c’è, e credo anche che gli interinali verranno assunti. Molti, però, passeranno a Cotral, quindi, a tutti gli effetti, rispetto ai km percorsi, noi non ci accorgeremo nemmeno della differenza”.
Insomma, la Quintavalle guarda lontano, e non si arresta alla prima ‘fermata’ – per usare un gioco di parole. Il problema, però, è che M410 non è ancora stato riconosciuto dall’azienda. Per questo, “andremo sotto al sede di Prenestina per chiedere che ci riconoscano”. E poi precisa: “Firmeremo solo lo Statuto dei Lavoratori, non prenderemo in considerazione nessun accordo pregresso firmato con le sigle sindacali” che oggi sono oggetto di critiche da parte dei lavoratori in protesta.