Ecco perché 3 italiani su 10 non controllano la propria prostata…
Gli uomini temono molto i disturbi alla prostata, perché tendono a fare confusione fra patologie benigne e maligne
I motivi sono, nella maggior parte dei casi, l’imbarazzo verso i medici che devono effettuare l’esame (35%) e la paura che parenti e amici vengano a conoscenza della ‘violenza’ subita (la visita prevede l’inserimento di una falange del medico nell’ano), oltre che delle proprie condizioni di salute (29%). Ma non solo: c’è infatti chi teme di doversi sottoporre ad un intervento chirurgico (22%), chi ha paura di complicazioni dopo un’eventuale operazione (19%) e chi si ostina stoicamente alla negazione del problema (15%). Fatto sta che il 31% degli italiani, cioè più di 3 italiani su 10, non si sottopone ai controlli urologici necessari per individuare l’ipertrofia prostatica benigna, ovvero una patologia molto comune negli uomini al di sopra della cinquantina, caratterizzata da disturbi urinari associati all’ingrossamento della prostata. E quelli più restii ad effettuare i fastidiosi esami, che in qualche modo forse intaccano onore e dignità di alcuni maschi veraci, sono quelli tra i 40 e i 59 anni (64%), soprattutto del Sud (37%), principalmente impiegati (21%) e liberi professionisti (16%).
Ad affermare tutto ciò è uno studio condotto da Quanta System Observatory in occasione del mese della prevenzione urologica, effettuato con metodologia Woa (Web Opinion Analysis) su circa 1.200 uomini tra i 30 e i 65 anni, attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community dedicate. Così spiega il primario di Urologia all’Irccs Policlinico San Donato e professore associato presso l’Università degli Studi di Milano, dottor Luca Carmignani: “fortunatamente l’ipertrofia prostatica benigna non rappresenta un vero e proprio pericolo. Si tratta del fisiologico ingrossamento della prostata a cui tutti gli uomini vanno incontro a partire dai 50 anni. Benché possa procurare sintomi urinari che compromettono non poco la qualità della vita, costringendo spesso persone molto anziane, se non trattata, a ricorrere a soluzioni fastidiose come il catetere permanente, è una patologia che oggi si può curare con successo. È però vero che gli uomini temono molto i disturbi alla prostata, ma ciò perché tendono a fare confusione fra patologie benigne e maligne. Sono portati inoltre a ignorare qualsiasi disturbo o, più precisamente, a non voler ammettere di avere eventuali problemi”.