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Economia italiana, una straordinaria capacità di reazione

(Adnkronos) –
Economia italiana. Nel promemoria dello scorso 24 aprile sottolineavamo che l’economia italiana – secondo i dati ufficiali degli Organismi Internazionali della cooperazione economica e finanziaria – non solo era uscita dalla pandemia meglio di quasi tutti i Paesi industrializzati ma che stava mantenendo un ritmo di crescita superiore a quello di tutti gli altri principali partners europei (e non). Ora questa analisi viene confermata dai dati dell’ISTAT sul primo trimestre dell’anno in corso e dalle parole, autorevolissime, del Governatore della Banca d’Italia nelle “Considerazioni Finali” del 31 maggio. Nel primo trimestre del 2023 la crescita del nostro PIL è stata dello 0,6% con un tendenziale sull’anno di + 1,9%; una crescita più alta di quella della Spagna (+0,5%), della Francia (+0,2%), nettamente superiore alla Germania (-0,3%, tecnicamente in recessione) ma anche di USA (+ 0,3%) e Giappone (+0,4%). E ciò sta avvenendo dopo lo straordinario + 6,7% del 2021 e il + 3,9% del 2022, con una previsione per il 2023 che si conferma intorno a + 1%. Una crescita trainata nel biennio da una eccezionale tenuta delle esportazioni ed ora, nota l’ISTAT, anche dalla domanda interna particolarmente vivace nel settore dei servizi. Inutile dire che tutto ciò avviene nonostante uno scenario internazionale difficile ed incerto condizionato dagli sviluppi della crisi russo-ucraina e da un’inflazione in leggera decrescita ma ancora tale da obbligare le banche centrali (almeno) a mantenere l’attuale struttura dei tassi. Pertanto, senza indulgere in trionfalismi fuori luogo, è però d’obbligo notare (con le parole del Governatore Visco) “la straordinaria capacità di reazione dell’economia italiana, con il Pil in crescita nelle difficoltà”. 
Musica italiana al top. Nella colonna sonora di “Tu mi nascondi qualcosa”, film italiano del 2018 ma visibile solo da pochi giorni sulle reti satellitari si può ascoltare una vera e rara chicca della musica pop italiana: “Te lo leggo negli occhi” nella versione del 1999 di Franco Battiato. Un brano dolce e sentimentale, diversissimo da tutti quelli che lo hanno preceduto e seguito nella produzione del (controverso) artista siciliano. La canzone, bellissima, è degli anni ’60 del grande (e tuttora sottovalutato) Sergio Endrigo con parole di Sergio Bardotti e fu orchestrata in originale da Ennio Morricone. Per me una delle 5/6 più belle in assoluto della canzone popolare italiana moderna insieme (sempre dal mio punto di vista) a: “Emozioni” di Battisti e Mogol; “Minuetto” di Franco Califano e Dario Baldan Bembo; “Se telefonando” di Ennio Morricone e Maurizio Costanzo; “Quanno chiove” di Pino Daniele e “Ancora” di Claudio Mattone e Franco Migliacci nella struggente versione di Eduardo De Crescenzo. (Di Mauro Masi) —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)