Economia, lo spacciatore in Porsche e il fallimento del Reddito di cittadinanza
A Siracusa l’ennesimo furbetto, mentre frenano i consumi e il lavoro non decolla. Dalle (Cinque) stelle alle stalle
Partiamo dalla cronaca. A Siracusa, un 41enne che era uso rodomonteggiare a bordo della sua Porsche aveva destato dei sospetti nelle Fiamme Gialle che, allestito un posto di blocco, lo hanno fermato per un controllo mentre guidava il suo bolide. Paolo Nastasi – questo il nome dell’uomo – aveva con sé 600 euro di cui non ha saputo spiegare la provenienza: i finanzieri hanno allora perquisito la sua abitazione dove, nascosti nella cappa della cucina, hanno rinvenuto altri 1.000 euro e oltre 300 dosi di cocaina già pronte per essere smerciate.
Fin qui sembrava un caso come tanti altri – normale amministrazione, si potrebbe dire. Se non fosse che un supplemento di indagine ha rivelato un’ulteriore sorpresa: lo spacciatore risultava tanto povero che l’Inps gli aveva concesso il Reddito di Cittadinanza.
E non è nemmeno la prima volta. Solo pochi giorni fa è stata arrestata una 46enne romana che ugualmente percepiva il sussidio: e che, a sua volta, trafficava droga nel circolo ricreativo che aveva in gestione.
Per non parlare della folle (e ormai arcinota) vicenda di Francesca Saraceni, brigatista condannata a 21 anni nel processo per l’omicidio D’Antona, che ha ottenuto il contributo caro ai grillini perché la legge che lo ha istituito impone una fedina penale pulita “solo” negli ultimi 10 anni – e la condanna della Saraceni risale a 12 anni fa: tutto ciò malgrado il Codice Penale proibisca di erogare sovvenzioni statali a chi è stato condannato all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Tecnicismi a parte, tutte queste questioni evidenziano il fallimento culturale, prima ancora che pratico, delle politiche assistenzialiste del M5S: il cui provvedimento bandiera era stato salutato come una norma che avrebbe aiutato, oltre ai singoli percettori, l’intera economia, sia attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro che mediante un rilancio dei consumi. Ebbene, a circa sette mesi dall’emissione dei primi assegni, la realtà dice ben altro.
I numeri, innanzitutto. A inizio mese, l’Inps ha accolto quasi un milione di domande, di cui 700.000 relative a soggetti “occupabili”: tra questi, circa 200.000 sono stati contattati dai centri per l’impiego, mentre coloro che hanno sostenuto un primo colloquio sono stati 70.000. Ma il dato che fa davvero riflettere è che solo in 50.000 – il 7% del totale – hanno firmato il Patto per il Lavoro, che prevede l’obbligo di accettare almeno una delle prime tre offerte occupazionali congrue, pena il decadimento del diritto a ricevere il beneficio.
Già queste cifre la dicono lunga sulla bontà dell’operazione, visto che ne smontano uno dei due architravi: tanto da provocare il duro sfogo del direttore editoriale di Libero Vittorio Feltri, che via Twitter ha tuonato contro il «Reddito di cittadinanza a 980 mila fannulloni».
Come se questo non bastasse, poi, l’Istat ha certificato un forte aumento della propensione al risparmio delle famiglie nel secondo trimestre del 2019. Vuol dire che, contrariamente alle aspettative del MoVimento, gli Italiani non si fidano minimamente di questo momentaneo periodo di vacche grasse, e preferiscono mettere da parte i soldi per evitare brutte sorprese: con tanti saluti al rinnovato slancio dell’economia.
Malignamente, si potrebbe insinuare che qualcuno abbia suggerito ai pentastellati la celebre espressione di Alexandre Dumas padre “cherchez la femme”. E che i Cinque Stelle, ingannati dalla pronuncia francese e pagando la scarsa conoscenza delle lingue, abbiano equivocato l’invito a cercare una donna, convincendosi che la soluzione stesse piuttosto nella “fame”. Fatale (sempre giocando sull’idioma d’Oltralpe), in tutti i sensi.