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Effetti avversi: diamo dignità ai danneggiati da vaccino anti Covid-19

Chi di noi, portato ad assumere un farmaco, può non essere interessato a conoscere gli effetti indesiderati che quel farmaco potrebbe generare?

Vaccino Covid

Pochi giorni fa è stata lanciata su Change.org una raccolta di firme finalizzata a spingere gli attuali decisori politici a finanziare un programma nazionale di ricerca per studiare gli effetti non desiderati dei vaccini anti-Covid-19 .

In Italia 50 milioni di vaccinati

Per cercare di arginare la diffusione del virus SARS-CoV-2, poco meno di cinquanta milioni di persone solo in Italia sono state inoculate con preparati farmacologici di ultimissima generazione che, per scelta delle autorità sanitarie a livello globale, sono stati anche distribuiti alla popolazione mondiale ma senza prima aver passato tutti i canonici test su efficacia e sicurezza.

Fuori dalla diatriba sul se, quanto, e a chi abbiano giovato questi vaccini, ora un numero di persone che hanno aderito a questa profilassi denunciano la comparsa e la persistenza di effetti non desiderati anche gravi. E, sicuramente in più di un caso, molti non hanno neppure fatto in tempo a denunciarli.

Questi vaccini anti-Covid-19 hanno generato una serie variegata di effetti non desiderati, inutile nasconderlo. Lo certifica, per esempio, il governo USA, non precisamente un organismo complottista, sul suo sito VAERS laddove riporta in gran dettaglio le sintomatologie degli effetti avversi registrati, nonché le statistiche anche correlate ai diversi lotti dei vaccini distribuiti.

In Germania sono stati già avviati studi su scala nazionale

Recentemente poi il Ministro della Salute tedesco Karl Lauterbach ha rilasciato una intervista piena di buon senso e di umiltà, di fronte ad un giornalista che lo incalzava con modi anche severi (l’esatto contrario di ciò che siamo abituati a vedere nelle nostre televisioni), Intervista in cui prende atto pubblicamente del problema, prospetta aiuti mirati ai colpiti da vaccino, e annuncia che in Germania sono stati già avviati studi su scala nazionale per capire cosa possa essere successo agli sfortunati cittadini tedeschi.

E qui da noi? Personalmente sin dal dicembre 2022 ho sollecitato sull’argomento gli attuali decisori del Ministero della Salute. Ho ripetutamente fallito. Questo mi ha ora spinto a rivolgermi alla platea dei cittadini attraverso una iniziativa intrapresa da un cittadino siciliano, Stefano Cardella, che ha lanciato la petizione e la relativa raccolta di firme sul sito Change.org.

Districandomi nel dibattito in buona parte intossicato che è girato e gira ancora attorno al Covid-19, cercherò di analizzare i motivi per cui una persona può essere spinta a non appoggiare una iniziativa del genere, iniziativa che a prima vista anche al soggetto meno attrezzato culturalmente può sembrare ovvio appoggiare.

Perché dire no a una ricerca sugli effetti avversi

Partiamo con l’escludere l’interlocutore marcato da cinismo, ignavia, indifferenza e egoismo, tratti che purtroppo segnano molti caratteri umani, e contro i quali non esistono né argomenti né medicine valide. Ipotizziamo quindi di essere in presenza di un interlocutore disposto ad ascoltare.

Un primo argomento che spesso gli scettici espongono riguarda la piccolissima percentuale di effetti avversi in relazione alla platea dei vaccinati. Ammessa questa argomentazione, anche una percentuale solo dello 0,01% di effetti avversi gravi, così come denunciato pubblicamente dal ministro Karl Lauterbach, porterebbe su una platea di più di 40 milioni di italiani vaccinati a più di 4.000 eventi avversi gravi.

Uno Stato come quello italiano che presenta come un fiore all’occhiello la ricerca e la cura contro le malattie rare (quelle, per definizione, che colpiscono 1 persona su 500.000/1 milione), perché allora ignorerebbe questa platea di (almeno) 4.000 danneggiati gravi?

I quali, ricordiamolo sempre, erano persone sane prima della vaccinazione ed hanno seguito alla lettera le indicazioni che lo Stato stesso ha fornito loro in tema di profilassi anti-Covid-19?

Altro argomento: così si mina la fiducia su questi vaccini e sui vaccini in generale. Ora, sappiamo benissimo che i ricercatori hanno testato questi vaccini (o, per meglio definirli, pro-farmaci) in maniera insufficiente, segnatamente riguardo gli effetti non voluti a medio e lungo termine. Conosciamo anche la dimensione enorme della platea che li ha ricevuti.

Dibattito intossicato sulla pandemia

Ma chi di noi, portato ad assumere regolarmente un qualsiasi farmaco, può non essere interessato a conoscerne gli effetti indesiderati che (molto) eventualmente questo farmaco può generare, in modo tale da poter preparare possibili contromisure? Sapere che professionisti del campo sono impegnati a studiare i meccanismi di possibili effetti avversi non può che aumentare la fiducia nel farmaco e in chi lo propone.

Mi sono anche imbattuto, per esempio da parte di familiari di elevato spessore culturale, in chi afferma che promuovere studi del genere significa legittimare no-vax e complottisti di ogni genere. Personalmente considero queste affermazioni come la più alta esemplificazione dell’intossicazione ideologica a cui è arrivato il dibattito intorno alla pandemia. Ci vuol poco a realizzare che i danneggiati da vaccino sono compresi tra coloro i quali hanno aderito alla campagna vaccinale. E il complottismo piuttosto si alimenta con la pervicacia a nascondere i fatti invece che indagarli, capendo cosa e quanto ci sia di vero.

Altro argomento evergreen: mancano le risorse. Non più di qualche giorno fa il Ministro Fitto ha denunciato in Parlamento l’incapacità dell’Italia a spendere circa 20 miliardi di Euro derivanti dai fondi PNRR. Inutile argomentare oltre.

Quindi, se escludiamo cinismo, ignavia, indifferenza ed egoismo, è veramente difficile trovare una ragione per non supportare una iniziativa a livello statale rivolta a ricercatori indipendenti e mirata a capire attraverso studi scientifici i meccanismi attraverso i quali questi vaccini anti-Covid-19 hanno generato effetti indesiderati.

La richiesta in tal senso ufficializzata dalle firme di migliaia di cittadini potrà spingere le autorità italiane a imitare quelle tedesche. Non c’è motivo confessabile e/o argomentabile perché continuino a rifiutarsi.

Questo articolo è frutto di opinioni strettamente personali, e non rappresenta in alcun modo la posizione dell’Istituto presso cui presto servizio.

Dr. Maurizio Federico
National Center for Global Health
Istituto Superiore di Sanità

maurizio.federico@iss.it