Elezioni Comunali Romane, i candidati: Enrico Michetti e il triumvirato
Riflessione sui candidati Sindaci in vista delle elezioni, per una Roma Capitale ancora troppo lontana dagli standard mitteleuropei
Abbiamo cercato, nei precedenti articoli, di fornire alcuni spunti di riflessione sui candidati Sindaci 5 Stelle e PD per una Roma Capitale sempre troppo lontana dagli standard mitteleuropei. Una capitale in grado di “salvarsi” sempre e soltanto grazie a quanto lasciato in eredità da Papi e Imperatori, protagonisti di epoche storiche che rischiamo di dimenticare. Oggi è la volta di occuparci del candidato del Centro Destra, il favorito dei sondaggi.
Enrico Michetti e la candidatura a tre
Sarebbe più corretto parlare di una candidatura triumvira (Michetti, Matone, Sgarbi), meccanismo di governo sicuramente più noto ai nostri avi e comunque utilizzato sempre per comporre anime simili ma diverse aventi uno stesso obiettivo, unite, quelle di Giulio Cesare – Pompeo Magno – Licinio Crasso, per superare la prima crisi repubblicana della Storia. Oggi, il complicato accordo raggiunto tra Salvini, Meloni e Tajani, ha prodotto la scesa in campo di personaggi lontani non solo dai citati antenati che parlavano in latino, ma, andando avanti nella storia, ancora troppo lontani da quel triumvirato nato dopo il tragico 1848 e che l’anno successivo avrebbe visto nascere la Repubblica Romana con a capo Mazzini, Armellini e Saffi.
Michetti chi?
Non vogliamo fare un torto a Enrico Michetti che, siamo sicuri, è persona in grado di manifestarsi all’elettorato e di interagire con la “gente”. Né vogliamo unirci allo scontato coro di coloro che dicono: “Michetti chi?“. Di certo, al di là della ovvia esigenza di dare rappresentanza alle 3 anime del Centro Destra, i nomi e i volti usciti dal faticoso accordo, sembrano essere andati incontro più a esigenze di rappresentanza, anzi rappresentabilità televisiva nazional popolare, che ad esigenze di schieramento. L’estrema eterogeneità del tridente, spinge a pensare che il tutto possa produrre un perfetto quanto delicato equilibrio o sfociare nel caos più incontrollato.
Di Vittorio Sgarbi sappiamo tutto e di più quanto a intelligenza dotta e culto dell’irriverenza fuori dalle regole (soprattutto quelle non scritte ) e da lui ci aspettiamo molto nel bene e nel male, del PM Simonetta Matone immaginiamo la rettitudine e l’intransigenza utilizzando a riferimento le apparizioni da esperta in molte puntate “noir” di Porta a Porta (il massimo del brivido offerto da Rai 1). E del Prof. Michetti?
Di lui, fino ad oggi sconosciuto ai più, possiamo dire essere una persona equilibrata, un avvocato amministrativista esperto, un curriculum “giusto” per nuotare nelle acque torbide delle decisioni comunali, un tecnico con l’animo gentile, che in altra epoca avrebbe sicuramente ricoperto il ruolo di consulente del Sindaco. Un Professore che sa farsi capire anche da chi non ha finito gli studi delle scuole superiori. Possiamo dirlo solo e unicamente per averlo ascoltato sulle frequenze di Radio Radio, l’emittente romana che, per quanto ascoltatissima, dal carattere nazionalpopolare e spesso “fuori” dal sistema, con derive a volte complottiste, a volte indossando il giubbetto arancione della contestazione, non ha potuto essere un trampolino sufficiente a contrastare la notorietà dei media-guests a livello nazionale.
Non sono politici
Cosa accomuni il Prof. Michetti ai suoi estemporanei compagni di viaggio è evidente: non sono politici. E’ come se i leader dei partiti che presidiano il Parlamento, si fossero messi d’accordo nell’intento di “nascondere” al Popolo la fine della Politica come possibilità espressiva per chiunque. Più semplicemente, sembra essere in atto quella che definiremmo la dittatura della leadership. Solo il capo deve essere ritenuto un politico, l’unico a potersi fregiare di siffatto ruolo. Meglio ancora, l’unico a non doversene vergognare. Certo, ogni tanto la testa di legno di turno, si ribella e capisce che essere un politico è molto meglio che essere un tecnico preposto allo scopo (vedi l’ascesa dell’avv. Giuseppe Conte).
Soprattutto quando comprende che a colui che viene riconosciuto il ruolo di Politico, viene permesso di essere tutto e il contrario di tutto, viene giustificato qualunque tradimento ideologico, qualunque voltafaccia. Viene ritenuto congruo al ruolo qualunque passato poco cristallino, qualunque connivenza non raccomandabile, qualunque condanna ricevuta. Una specie di zona franca che si è insinuata nelle nostre menti e tale da farci seguire con indifferenza anche le più difficili e clamorose indagini giudiziarie e giornalistiche e a scandalizzarci irrimediabilmente per una frase bislacca di qualche tronista delle reti Mediaset.
Sembra l’aula di un tribunale
Se guardiamo la triplice candidatura espressa dal Centro Destra, è lampante la contraddizione che viene da essa stessa evidenziata e come non possa essere confusa come manifestazione del pluralismo. La confusione del “progetto”, sta nell’aver contraddetto l’intera politica a livello nazionale, in cui i Tecnici vengono visti mai a capo di un qualunque Governo. In cui i candidati devono comunque avere al proprio interno una capacità di rappresentanza popolare. Invece, i Candidati della Destra di Centro, per una strana legge del contrappasso, ci ricordano la composizione di un’aula di Tribunale, con l’Avv. Michetti, il PM Matone e l’imputato Sgarbi (non ce ne voglia, ma tanto qualche “casino” dei suoi potrebbe combinarlo).
Sono lontanissimi i tempi in cui le Segreterie Politiche cittadine sceglievano il Candidato Sindaco. E addirittura il leader Nazionale, anche se di corrente avversa, accettava il candidato, qualora ritenuto vincente, che veniva appoggiato da tutta la base. Se oggi andassimo a verificare su “chi sono” i rappresentanti cittadini delle 3 anime della Destra, la confusione aumenterebbe. E il dubbio prenderebbe il sopravvento sulle già esigue certezze di essere in sintonia su un certo schieramento, di condividerne i principi base o semplicemente di volerne appartenere per “tradizione” di famiglia.
Se il prossimo Sindaco sarà l’Avv. Enrico Michetti, se il centro destra lo voterà compatto, riuscirà a diventare egli stesso un Politico? (N.B. L’Avv. Raggi Virginia dopo anni non sembra esserci riuscita in pieno). Perché è di questo che la Città eterna ha bisogno: di un politico, con un progetto, un’idea, una forza immensa da trasferire nella realtà sociale. Perché non abbiamo costruito Roma in un giorno.
Foto dal profilo Facebook di Enrico Michetti