Elezioni: Destra e Sinistra, la guerra impari dell’informazione
Non cambia nulla nel copione, da anni rappresentato nel mondo dell’informazione italiana. La Sinistra e la Destra, i buoni e i cattivi
Ormai è ufficiale, è guerra. Un’armata di mass media comandata da intransigenti colonnelli che in fretta e furia si sono scrollati di dosso gli ultimi frammenti del guscio da giornalista, sta muovendo rapidamente contro la maggioranza del Paese. Difesa da un esercito diviso, privo di mezzi, ospite senza pubblica dimora presso alcune stanze delle reti Mediaset, ostaggio consapevole di una parte della sua storia (quella peggiore, che per quanto lontana nel tempo non riesce a trovare il giusto spazio nella storia).
I suoi colonnelli, troppo preoccupati di salvaguardare negli anni gli interessi privati del padrone di casa che nel frattempo si era eretto a loro fiero leader senza però poterne sposare fino in fondo la causa, oggi, di fronte all’avanzata dei diretti antagonisti, superiori per numero e capacità strategiche, appaiono fragili e inadeguati, non abituati al livello raggiunto dallo scontro.
Berlusconi, un freno equilibratore
Silvio Berlusconi è stato, soprattutto negli ultimi anni, il freno all’espansione della Destra, forse anche un freno necessario ed equilibratore. Purtroppo però, il conflitto d’interessi mai risolto, anzi tenuto volontariamente in piedi dai suoi avversari, ha fatto sì che l’imprenditore avesse la meglio sull’uomo politico. Non solo nella sostanza delle scelte e delle frequentazioni a cui si doveva adeguare per salvaguardare le sue Aziende, ma anche nella forma dei comportamenti che non si sono mai allontanati dallo stereotipo del “riccone” godereccio e fancazzista che costringeva il Parlamento della Repubblica a occuparsi della “nipote di Mubarak”, essendo colpevolmente consapevole dell’accanimento giudiziario a cui veniva e viene sistematicamente sottoposto.
Con la fine del Berlusconismo, la Destra ha finalmente potuto svilupparsi in questi anni secondo le modalità più consone a una evoluzione politico sociale naturale, attraverso un populismo più credibile con la Lega di Salvini o il patriottismo ideologico con FdI della Meloni. Eppure, con una larga maggioranza dalla sua parte, questa destra, perennemente vittima di una sorta di Colpo di Stato della Sinistra, capace e scaltra oltre misura a governare senza consensi maggioritari reali e inglobando come una piovra le spoglie del Movimento 5 Stelle (riuscendo là dove aveva fallito Salvini), è fuori dal governo del Paese. Con il serio rischio di vedere spegnersi nel tempo la fiamma che la gente comune ha da tempo riacceso.
Le posizioni di potere mediatico e giudiziario della Sinistra
I suoi militanti, quelli più radicali e quindi più attivi, (che potrebbero essere indirizzati o convinti all’azione per scopi più nobili e produttivi) hanno da offrire in molti casi solo muscoli e tatuaggi. Abilmente e artatamente ridicolizzati o resi minaccia sociale dalla controparte di Sinistra, che sta mettendo a frutto, nel momento della sua massima crisi di consensi, le posizioni di potere mediatico e giudiziario acquisite senza soluzione di continuità dal dopoguerra ad oggi.
A parte qualche rara eccezione di lucida chiarezza intellettuale e forte consapevolezza di saper rappresentare un’idea giusta con soluzioni applicative realistiche, (ci riferiamo ad esempio da Francesco Borgonovo de La Verità), i rappresentanti mediatici della Destra non sembrano adeguati ai tempi e alla crudezza dello scontro. Mentre i vari Formigli, Gruber, Floris (la lista sarebbe lunghissima) attraverso un numero indefinito di mezzi d’informazione, conducono ormai da “colpitori mediatici” un’offensiva contro i nemici della Destra. Strumentalmente raffigurati in modo generalizzato come fascisti e nazisti (al fine di giustificare la violenza degli attacchi), i vari Del Debbio, Porro e pochi altri, sembrano ancora non rendersi conto del livello dello scontro.
Il 50% degli elettori non si sono espressi
Nelle contemporanee trasmissioni televisive a beneficio soprattutto degli indecisi e dei non rappresentati (forse il 50% dell’intera popolazione ), i Colonnelli della Destra sembrano essere perennemente ingabbiati nella par condicio. Nel politically correct, nell’imparzialità forzosa del conduttore. Invece, incuranti di ogni principio di alternanza ed equità, forti di una istituzionalizzata strafottenza, gli Ufficiali dell’Esercito della Sinistra, in materia martellante e unilaterale diffondono ore e ore di trasmissioni con l’ormai palese intento di screditare con qualsiasi mezzo, anche “border line”, il nemico storico. Quello di sempre, che potrebbe andare a governare il Paese senza il filtro assecondante degli interessi finanziari berlusconiani.
Ciò che sarebbe utile capire, è se ci sono uomini e donne di Destra capaci di essere produttivamente complementari al leader del momento. O se addirittura possano migliorarne la condizione dandone la precisa collocazione nella mappa delle forze ritenute democratiche. Ad oggi sorprende che personaggi evidentemente capaci e determinanti allo scopo siano ufficialmente ai margini della competizione. Proprio quando ce ne sarebbe maggior bisogno. Ci riferiamo per esempio a Guido Crosetto, “relegatosi” a semplice amico di Giorgia Meloni.
Nostalgici, chi sono?
Uno dei pochi, in ordine di tempo, ad essere capace di opporsi con veemenza dialettica e concettuale alla tracotanza ormai non più celata del sempre più folto numero di professionisti dell’informazione di schieramento. Pronti ad utilizzare all’occorrenza metodi investigativi mutuati maldestramente dalla STASI del Generale Mielke.
Un’ultima considerazione. Nostalgico è colui che celebra con un velo di tristezza il ricordo di qualcosa o qualcuno che fu, avendo la piena consapevolezza della sua irripetibilità.
Diversamente, esistono purtroppo frange ben conosciute a chi, governando da sempre, le dovrebbe e potrebbe facilmente neutralizzare fino all’estinzione. Queste frange, follemente o per interesse, cercano di riproporre nel nostro tempo la parte peggiore di un modello ideologico prodotto e diffusosi nell’Europa più arretrata (Germania, Italia, Spagna, Grecia), a causa delle conseguenze post belliche della Grande Guerra tra povertà, ignoranza e frustrazione. Ebbene, l’unico vero fruitore positivo di queste sacche residuali è proprio quella parte di Sinistra, magari anch’essa “nostalgica”, incapace di esprimersi per la negazione di ogni forma di totalitarismo che comprendesse anche il Comunismo. Tanto, in fondo, nessuno gliene chiede conto.