Elezioni Europee, una maggioranza conservatrice è davvero possibile?
Lo scenario più probabile è la replica dell’attuale e “innaturale” alleanza popolari-socialisti-liberali: ma poiché, per la prima volta, parrebbe possibile un’alternativa di centrodestra, dipenderà tutto dal PPE
Le imminenti Elezioni Europee potrebbero rappresentare un vero e proprio tornante della Storia – almeno limitatamente al Vecchio Continente. Stando infatti alle rilevazioni statistiche, a livello numerico a Strasburgo dovrebbe diventare possibile un’inedita maggioranza interamente di centrodestra. Merito (si fa per dire) di quella che probabilmente è la legislatura più invisa ai cittadini comunitari “da quanno l’omo inventò er cavallo”.
Lo studio sulle Elezioni Europee
«Per la prima volta, una coalizione di destra, composta da democratici cristiani, conservatori ed eurodeputati della destra radicale potrebbe avere la maggioranza all’interno del Parlamento Europeo». È quanto prevede un recente studio dello European Council on Foreign Relations, aggiungendo che «le Elezioni Europee del 2024 vedranno un’importante virata a destra in molti Paesi».
L’analisi dell’ECFR si basa sui sondaggi nazionali dei Ventisette, ma anche su modelli statistici costruiti a partire dall’esito delle ultime tre tornate comunitarie. E indica la probabile conferma dell’emorragia di consensi per gli euro-gruppi attualmente al potere, a tutto vantaggio dei rivali sovranisti. Con Identità e Democrazia (comprendente Lega, il francese Rassemblement National e l’olandese PVV) ancor più straripante di Conservatori e Riformisti (che annovera FdI e lo spagnolo Vox).
Secondo queste proiezioni, una coalizione PPE-ID-ECR sfiorerebbe (e non era mai accaduto) il 50%. Soglia che supererebbe facilmente con l’appoggio, altamente plausibile, di schieramenti (o singoli europarlamentari) collocati al momento nel Misto, cominciando dall’ungherese Fidesz e dalla tedesca Afd.
I possibili scenari
La palla passerebbe quindi al Partito Popolare Europeo, il cui leader Manfred Weber, come riporta l’ANSA, auspica la riedizione dell’ircocervo con socialisti e liberali. Che, seppur ridimensionato, dovrebbe conquistare il 54% dei seggi, percentuale in realtà poco rassicurante per via dell’alto livello di defezioni durante le votazioni. Un’intesa che qualche giorno fa, ricorda Sky TG24, il Premier Giorgia Meloni ha bollato come «innaturale».
Stavolta, però, all’orizzonte si intravede un’alternativa concreta, che potrebbe sparigliare le carte su diverse questioni. Dalla politica estera all’economia, all’immigrazione e, soprattutto, alle follie green che sono lo sconcertante marchio di fabbrica dell’odierna Commissione Ue a guida Ursula von der Leyen. Per quanto neppure i partiti conservatori abbiano mai preso le distanze dalla narrazione affermazionista politically correct che antiscientificamente spaccia l’uomo per responsabile del climate change.
Eppur (qualcosa) si muove in direzione di un’alleanza che sarebbe l’omologa strasburghese di quella nostrana tra Fratelli d’Italia, il Carroccio e Forza Italia. Vedasi la rottura, estremamente significativa, di Matteo Salvini e Marine Le Pen con Alternative für Deutschland, il cui capolista ha sostanzialmente rifiutato di condannare le SS. Si dà infatti il caso che sulla formazione teutonica ci sia da sempre il veto dei Popolari, che a questo punto però non hanno più alibi.
Liberissimi, naturalmente, di replicare la “fusione fredda” con l’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici e con Renew Europe, se credono. Basta essere chiari e trasparenti con gli elettori, anche considerando che giugno è ormai alle porte. “Ogni estate” cantava d’altronde l’indimenticato Lucio Dalla, “do il mio voto e vado al mare”.