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Elezioni Ordini professionali: è il momento di consentire il voto da remoto

E’ così difficile fare questa trasformazione culturale per l’Ordine dei Medici, in un epoca così profondamente digitalizzata?

Un medico in braccia conserte in ospedale

Le elezioni per il rinnovo dei Consigli degli Ordini professionali hanno generalmente bassissime partecipazioni degli iscritti al voto, da sempre. Questo è ancora più vero per gli Ordini dei Medici e in particolare per quelli di dimensioni maggiori come Roma.

Il voto in presenza ha percentuali bassissime

A Roma su quasi 53.000 iscritti che ne fanno il più grande Ordine di Italia e di Europa voteranno sì e no in 7.000 che ne fanno una percentuale irrisoria. In queste condizioni bastano pochissimi voti a spostare gli equilibri in un senso o in un altro e questo non è sicuramente un bene.

Questa vicenda della esclusiva votazione in presenza, è sempre stata vissuta come un male necessario se non addirittura un male minore, mentre invece a nostro giudizio questo aspetto denota un pericoloso vulnus democratico partecipativo alla gestione stessa degli Ordini e un ostacolo alla periodica rotazione degli incarichi e delle persone che è il migliore antidoto alla degenerazione e al degrado del sistema e peraltro ciò già avviene nella P.A. con la periodica rotazione degli incarichi.

A tal proposito riporto la interessante esperienza dell’ Ordine Professionale dei Medici di Benevento che ha recentemente mandato una email ai suoi iscritti (pochi) in cui annuncia che le imminenti prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio dell’ Ordine di Benevento avverranno in via elettronica cioè da remoto per il tramite del proprio PC, ovviamente mediante idonee procedure di autenticazione. Cioè non solo votazioni in presenza o esclusivamente elezioni non in presenza se non ho capito male.

Bisogna dare spazio anche ai giovani medici

A me sembra un’ottima idea per incrementare la partecipazione elettorale al voto dei Medici e degli Odontoiatri che è in taluni casi bassissima, come a Roma. Una bassa partecipazione al voto favorisce i soliti noti, le stesse facce che periodicamente si ripropongono, impedisce di fatto la rotazione degli incarichi e l’ avanzamento dei giovani medici > 35 nei Consigli.

Avere sempre le stesse persone nei Consigli – magari con elezioni plurime – con l’ alibi che comunque la procedura è stata regolare dal punto di vista amministrativo, che gli inviti a partecipare sono stati mandati ma che ben pochi si sono presentati ad esercitare il loro diritto dovere di voto è molto pericoloso, specie se inserito in quadri di contabilità ordinistica, comunque poco accessibile agli aventi diritto cioè gli iscritti.

Bisogna instaurare – come nelle elezioni politiche regionali e comunali – il dovere del voto e per farlo è necessario consentire a tutti legittimamente di esercitarlo direttamente dal proprio PC da casa propria, magari riducendo gli spazi elettorali da 4 giornate a 1 giornata e così si eviterebbero tutti gli spostamenti che in una grande città come Roma sono improponibili (vedi per esempio gli iscritti che lavorano e risiedono a Colonna o a Ladispoli, ma vedi anche gli iscritti a Roma ma che lavorano nel sud Italia, al nord italia o comunque in altre città).

L’esigenza di una trasformazione culturale

E’ così difficile fare questa trasformazione culturale in un epoca così profondamente digitalizzata dove per esempio ingentissime risorse sono state destinate dal PNRR ad eliminare il digital divide e ad implementare la circolazione informatica dei dati?

Io non credo sia difficile farlo. E’ che non si vuole fare suppongo.

Eliminerebbe tutti gli orpelli burocratici come i presidenti di seggio, gli scrutatori, i dubbi che si insinuano sulla conta e riconta dei voti e le inevitabili tensioni che accompagnano le procedure elettorali. Eliminerebbe la bruttura dei camper elettorali sotto le sedi ordinistiche e la occupazione di suolo pubblico.

Io lo chiedo ai Presidenti dell’ Ordine e al Ministro Schillaci oltre che al Presidente FNOMCEO: perché non si vuole tenacemente dare luogo a questo cambiamento in chiave digitale e informatica nel 2024 quando stiamo progettando addirittura di portare l’ essere umano su Marte?

Cui prodest? Alla democrazia e alla società civile di sicuro no, almeno a mio giudizio. Alla categoria medica ed odontoiatrica non credo proprio e ho moltissimi dubbi al riguardo. Guardate tutti che pende una non trascurabile voglia di cambiare profondamente il nostro Codice Deontologico che avrebbe sicuramente – soprattutto per i più giovani – un importante peso sulla loro prossima esperienza professionale e di vita. La mia meno, essendo fortunatamente prossimo alla pensione. Cambiare il Codice (in meglio?) con queste percentuali di rappresentatività a chi gioverebbe?

Poniamoceli questi interrogativi quando andremo a scegliere. Io se fossi parte attiva del sistema, una delle prime cose che mi batterei per fare sarebbe proprio la votazione elettorale da remoto per via informatica dal proprio personal computer.