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Elezioni (virtuali) a Roma, Il Tempo ignora il Movimento 5 Stelle

Esclusa dalle consultazioni online per il nuovo sindaco di Roma la forza d’opposizione che riscuote il 25% dei consensi

Il sindaco a due ruote Ignazio Marino; il governatore del Lazio Nicola Zingaretti in questi giorni, insieme alla sua maggioranza, al centro delle polemiche per il Piano Casa approvato (proprio stanotte) alla Pisana; la veltroniana di ferro, poi bersaniana e infine renziana Marianna Madia; l’europarlamentare già in lista tra i candidati alle primarie romane del PD David Sassoli. E poi, il leader di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, l’unica donna di centrodestra ad aver espugnato la roccaforte del Municipio VIII (ex XI), Giorgia Meloni; il leghista di ferro Mario Borghezio; il neoforzista Francesco Storace. E ancora: Alfio Marchini, quello vero, non il suo alterego da social netwrok Arfio, che pure in molti vorrebbero candidato a sindaco di Roma. Questi i nomi comparsi nella consultazione (del tutto simbolica), lanciata dalla versione online del quotidiano Il Tempo, dopo il sondaggio che ha visto precipitare il consenso dei romani nei confronti del sindaco Ignazio Marino. C’erano tutti, ma proprio tutti. Solo non si vedevano…, diremmo parafrasando una canzoncina nota all’infanzia di noi tutti.

La par condicio sembrava salva – un po' di centrosinistra, un po' di centrodestra – eppure la polemica è impazzata. Perché nella lista dei candidati virtuali, mancava il Movimento 5 Stelle, quel movimento che ad oggi, sempre secondo il sondaggio commissionato dal PD, si attesta al 25% dei consensi elettorali, con oltre 13 punti percentuali in più rispetto alle amministrative. Una cifra considerevole, che resta comunque seconda al PD che nonostante la debacle targata Marino sembra continuare a riscuotere – come partito – il 35% dei consensi. Ma, se dovesse ricandidarsi il chirurgo genovese, le preferenze scenderebbero drasticamente al 23%. Le forze di centrodestra, da sole, non raggiungerebbero la soglia del 25% – con Forza Italia al 12,5%; NCD al 3,5%; FdI al 6,5%. Tutte insieme, invece, riscuoterebbero il 27,5% di successo elettorale. Ad ogni evidenza, sembra dunque che i consensi che il M5S muove a Roma possano essere decisivi alla prossima tornata elettorale, con un centrodestra sempre più smembrato, tra delusi in cerca di nuovi leader, come attesta il recente passaggio di alcuni consiglieri del Nuovo Centro Destra nella Lega dei Popoli con Matteo Salvini.

Viene da chiedersi, dunque, perché sia stata esclusa una forza politica d’opposizione, a cui una parte dei romani sembra guardare con interesse, da questa consultazione online. Sappiamo che si tratta di un campionamento senza alcun valore; si tratta, probabilmente, più di una provocazione lanciata al PD di Roma che in queste ore rischia, così come il PD di Renzi, l’implosione. E però, si tratta comunque di uno strumento per sondare gli umori dei romani, tutti i romani. Che sarebbe meglio chiamare a giudicare l’operato di chi in Campidoglio ci siede, o di chi comunque fa attività sul territorio, e non di qualche ministro avulso dalla realtà romana (non ci sono bastati due sindaci alloctoni?). Certo, è una provocazione anche quella, forse, stavolta lanciata al governo, per capire quale indice di gradimento abbiano gli uomini (e le donne, nella fattispecie) della compagine renziana. Ma comunque, se proprio si voleva inserire il nome di qualche ministro, almeno si doveva pensare prima ad inserire quello di chi con Roma ha un rapporto continuo e costante. Così, giusto per capire, oltre il gioco, come si stanno orientando i romani ad un anno e mezzo dal voto.

Al momento, con oltre 12mila voti in 2 giorni, sembra avere la meglio Alfio Marchini, con un 42% di preferenze. Segue Giorgia Meloni (21%), subito dopo Sveva Belviso (12%), fino a qualche giorno fa tra le fila del NCD e ora a capo di AltraDestra. Quarto Ignazio Marino (7%), seguito da Francesco Storace (6%) e Nicola Zingaretti (5%). Pari merito per David Sassoli e Marianna Madia (1%). Prima di loro, Mario Borghezio (4%). Ultimi, con lo 0% – ma non per mancanza di consensi – Marcello De Vito, Fabrizio Santori e Dario Franceschini.

Già. Alla fine, dopo le polemiche, questa mattina tra i candidati a sedere sugli scranni di Palazzo Senatorio, sono stati inseriti 3 nuovi nomi: Marcello De Vito, candidato sindaco nel 2013 per il M5S; Fabrizio Santori, già consigliere di Roma Capitale e attuale consigliere alla Regione Lazio; Dario Franceschini, numero uno del Ministero dei Beni Culturali. “Ci è stato rimproverato di non aver inserito un candidato del MoVimento 5 Stelle. Così abbiamo deciso di aggiungere altri tre candidati «papabili» – scrivono sulle colonne de Il Tempo – Il grillino Marcello De Vito (già candidato sindaco alle ultime comunali a Roma), il consigliere regionale Fabrizio Santori e il ministro Dario Franceschini. Lo sappiamo, partono in svantaggio, toccherà ai loro supporter fargli recuperare il terreno perduto”.

Qualunque sarà l’esito, dal M5S Roma sono sicuri di una cosa: “Non occorre essere esperti editorialisti e commentatori politici per riscontrare che l’assenza dei rappresentanti del M5S sia nazionali che locali, nella consultazione lanciata dal quotidiano Il Tempo, sia palesemente forzata ed in netto contrasto con l’evidenza di una realtà politica che consegna al M5s, proprio a Roma, il 25% dei consensi”. 

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