Elisabetta Franchi e le donne “anta”: rimpiangendo Luisa Spagnoli
Date alle donne la serenità di avere i figli accanto e loro sapranno dare il meglio in ogni settore d’azienda, questa è la vera innovazione!
Scandalo su Elisabetta Franchi, la super imprenditrice e stilista che assume solo donne che abbiano superato i 30 anni.
“Quando decidi di mettere una donna in una carica importante, se è davvero un posto molto prestigioso poi non ti puoi permettere di non vedere quella persona per due anni. Io da imprenditrice spesso ho puntato sugli uomini. Io oggi le donne le ho coinvolte ma quelle sopra una certa età, quelle ‘anta’, perché se dovevano sposarsi o fare figli hanno già concluso questi passaggi” ha detto.
Elisabetta Franchi: veste le donne, le priva di interiorità
Le donne “anta” ovvero coloro che hanno raggiunto la soglia dei quaranta anni, sono donne fortunate perché possono essere assunte da grandi imprenditori e ricoprire incarichi di alto livello in quanto hanno già superato il matrimonio, maternità e il divorzio e possono dedicare 24 ore al giorno all’azienda.
Questo è quanto si evince dall’intervista a una nota stilista madre di due figli che racconta di essersi fatta da sola ma che crediamo non abbia dovuto aspettare gli anta! La forza delle donne dovrebbe risiedere nelle donne stesse e nella consapevolezza che la parità di genere non conosce età. Quindi la stilista nel suo mestiere sa vestire bene le donne fuori ma le priva della loro interiorità. Si preoccupa di farle belle e nel contempo le svuota di personalità e di quel coraggio che serve per affrontare le sfide nel mondo del lavoro.
Luisa Spagnoli, imprenditrice illuminata
Se torniamo indietro di un secolo e prendiamo ad esempio la stilista Luisa Spagnoli ammirata prima come ideatrice del Bacio perugina e le caramelle Rossana, poi come imprenditrice di moda rimaniamo sconcertati dai passi indietro fatti in più di cento anni. La Spagnoli inserì in azienda donne giovani e introdusse il nido aziendale con un occhio attento all’allattamento materno nel luogo di lavoro. Qui risiede la grande innovazione: date alle donne la tranquillità di avere i figli accanto e loro sapranno dare il meglio in ogni settore d’azienda.
Il più grande sacrificio di una donna lavoratrice risiede nel distacco obbligatorio dal figlio al termine dei tre mesi post parto. Si ricorre ai nidi a pagamento, ai nonni, alle baby sitter…E i padri? I padri condividono le scelte ma continuano la loro vita lavorativa, mentre la donna deve sconvolgere totalmente la sua quotidianità. Un altro rammarico è la grande percentuale di bambini nati negli ultimi 15 anni in Italia e destinati a rimanere figli unici. Non c’è tempo per un figlio, figuriamoci per due o (pazzia pura) per tre fratellini.
Ancora oggi la violenza di scegliere tra lavoro e famiglia
Perché ancora oggi molte donne si trovano a dover scegliere tra famiglia e carriera? Perché il prezzo da pagare per avere un figlio è così alto? E a queste domande a cui ancora nessuno sa rispondere se ne aggiunge un’altra; perché il lavoro delle donne è sottopagato rispetto alla stessa mansione svolta dall’uomo? E il risultato, oggi amplificato dal lockdown, sono le sindromi ansioso depressive presenti in molte giovani madri.
Il giorno in cui non ci faremo più queste domande sarà il giorno in cui l’uomo avrà messo da parte la sua superiorità e avrà cancellato la sua cultura retrograda, superando il senso di onnipotenza che ancora è saldo nella psiche maschile.