Emergenza coronavirus, A.A.A. Cercasi decreto Liquidità
Certo è che agli italiani, soprattutto agli imprenditori non farà piacere venire a conoscenza della realtà effettuale delle cose
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte lunedì sera, quando la maggioranza degli italiani sono a cena, si è presentato in conferenza stampa annunciando in pompa magna il decreto liquidità, 400 miliardi alle imprese per l'emergenza coronavirus. "È sempre la solita storia: un decreto legge viene presentato in orario da tg per ottenere la massima visibilità nel Paese senza però che esista ancora un testo definitivo del medesimo", riportano fonti di maggioranza dove sono sempre meno quelli d'accordo con certe modalità comunicative del Premier.
Un modo, da parte del duo Conte – Casalino per ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo: visibilità massima in orario di punta e zero contestazioni dato che giornalisti e avversari politici non hanno nulla di concreto in mano da poter contestare. Insomma, il sogno di ogni premier e di ogni portavoce – scrive Marco Antonellis su 'Affari Italiani'.
Anche perché, a quanto siamo in grado di rivelare, ancora per tutta la giornata di ieri le forze del governo erano impegnate a un lavoro di rifinitura, a limare e modificare il decreto liquidità, a dispetto della "potenza di fuoco" annunciata ai giornalisti in conferenza stampa. Quindi, lunedì sera è stata presentata solamente una "bozza" e forse nemmeno definitiva – sottolinea Antonellis – ma c'è di più: il decreto liquidità non è ancora arrivato neanche sulla scrivania del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la firma, come confermano voci attendibili del Quirinale.
E questo malgrado la caterva di annunci fatti, le promesse a concludere in fretta e la conferenza stampa in pompa magna. Certo è che agli italiani, soprattutto agli imprenditori – che aspettano come manna dal cielo liquidità immediata per salvare il salvabile, non chiudere le aziende – non farà piacere venire a conoscenza della realtà effettuale delle cose. D'altra parte – spiega Marco Antonellis – sono in molti a ritenere che, in realtà, prima di procedere Conte stia aspettando di capire come si chiuderà la trattativa in corso con l'Europa. E che questo sia il vero motivo dei troppi ritardi.