Emergenza Pronto Soccorso, Roma nel caos
Continua lo stato d’agitazione del Nursind. Ieri alle 12 “318 pazienti in attesa di posti letto”
Continua lo stato di sovraffollamento dei Pronto Soccorsi dei nosocomi romani. I dati, forniti dal sindacato Nursind, descrivono una situazione allarmante. Alle 12.06 di ieri, il sindacato di categoria infatti, spiegava: "Ci troviamo ancora in grave difficoltà nella gestione dei pazienti all’interno dei Pronto Soccorso maggiori della Capitale con punte di (dati Regione Lazio) 136 pazienti al Policlinico Umberto I di cui 40 in attesa di ricovero, 119 a Tor Vergata di cui 45 in attesa, 111 al Gemelli di cui 37 in attesa di ricovero, 90 al San Camillo-Forlanini con 50 in attesa di ricovero, 97 al Sant’Andrea con 59 utenti in attesa di ricovero, al Sant’Eugenio 86 con 17 in attesa di ricovero, al San Filippo Neri con 76 pazienti di cui 38 in attesa di ricovero e 83 al Pertini con 32 pazienti in attesa di posti letto". Facendo due conti, si tratta di circa "800 pazienti, di cui 318 in attesa di posto letto".
Il sovraffollamento, oltre a "complicare la vita organizzativa e lavorativa dei sanitari che prestano assistenza", comporta difficoltà anche per gli stessi pazienti che rimangono "sistemati nei corridoi anche per giorni", nonché per le ambulanze che subiscono il cd. fenomeno del 'blocco'. "Quest’effetto 'rebound' – spiegano salla segreteria provinciale del Nursind – provoca a sua volta il blocco dei ricoveri programmati oltre alla difficoltà dei singoli reparti di drenare i pazienti allocati nelle Unità Operative idonee alla loro fase di ricovero". Questa situazione di stallo "nelle strutture ospedaliere comporta che circa il 40-50% dei pazienti che afferiscono a DEA di II livello siano quotidianamente in attesa di allocazione sostando in condizioni disagiate anche per più giorni" – continuano dal Nursind denunciando che "il sistema è al collasso, così come gli operatori".
Nel mirino della denuncia del Nursind, anche gli accordi tra la Regione Lazio e la cd. 'Triplice' sindacale: "Le decisioni prese – dicono dal sindacato – più che altro esercitano un effetto camomilla sui lavoratori e sull'opinione pubblica". Questo perché alcune delle soluzioni adottate, "erano già presenti nei DEA di II livello" – Bed Manager, dimissioni 7 giorni su 7, OBI, reparti a gestione infermieristica. Secondo il Nursind, invece, è necessario prima di tutto "definire a priori il personale infermieristico e medico necessario ad occupare questi posti di lavoro" con uno "sblocco completo del Turn Over" e, parallelamente, "se non si attuano in maniera chiara e precisa i percorsi intra ed extra ospedalieri, anche la presenza dei fantomatici Stewart sarà solo una mera pubblicità spendibile ora in ambito sindacale e politico".
Continua dunque per il Nursind lo stato d'agitazione proclamato lo scorso 26 gennaio (qui i dettagli), in attesa di un incontro col Prefetto sulla situazione di caos che affligge i Pronto Soccorso di Roma.