Energia, la tragicommedia “green” tra caro bollette e social media
Il Governo deve trovare 3 miliardi contro un salasso tariffario da oltre 800 euro a famiglia. E il Ministro Cingolani “sfida” i giovani affermazionisti: “Internet inquina più degli aerei”
La questione dell’energia, così come quella interconnessa relativa al clima, sta assumendo sempre più i tratti di una tragicommedia. Dove il lato drammatico è rappresentato dall’inarrestabile crescita delle tariffe di luce e gas, quello comico dalle implicazioni di questo gigantesco eco-vaneggiamento collettivo. Che riporta alla mente quando Giorgio Gaber, nel lontano 1973, cantava profeticamente: “Non sanno se ridere o piangere e batton le mani”.
La tragicommedia sull’energia
«Senza un intervento dello Stato, al primo gennaio l’aumento della bolletta elettrica sarebbe dal 17 al 25%», e l’imposta sul gas s’impennerà del 50%. È la previsione affidata all’ANSA da Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, che se confermata si tradurrebbe in una stangata da oltre 800 euro annui a famiglia. Più precisamente, 815 euro nell’ipotesi del rialzo minimo del 17% sulla luce, e 879 euro in caso di rincaro del 25%, secondo i calcoli dell’Unione Nazionale Consumatori.
Per calmierare questi incrementi, il Governo dovrà giocoforza stanziare almeno tre ulteriori miliardi oltre i 3,8 già erogati. E questo senza considerare gli effetti sul carburante, che a loro volta si ripercuotono sui beni essenziali – cominciando dagli alimentari.
Una “tempesta perfetta” che, secondo Repubblica, si deve essenzialmente alla lievitazione dei prezzi delle materie prime. Un’analisi solo parzialmente corretta, perché dimentica i meriti (si fa per dire) di Bruxelles. Tipo l’assurdo dazio sul riscaldamento domestico e le «alte quotazioni dei permessi di emissione di CO2».
Cingolani unchained
Per non parlare delle colpe autoctone, espresse soprattutto dalla ridicola opposizione al nucleare. Una fonte di energia sicura e che «non produce CO2», come ha nuovamente rimarcato il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. Una fonte che già utilizziamo – e per il 15% dei nostri consumi -, solo che dobbiamo acquistarla dalla Francia. E, en passant, l’atomo è anche l’unico mezzo per poter raggiungere l’altro euro-traguardo dell’eliminazione delle automobili a combustione interna in favore di vetture unicamente elettriche.
Come infatti ricordava l’economista Giulio Sapelli, l’elettricità non è una fonte energetica, ma un vettore che va alimentato da vere fonti, che a loro volta vanno conservate. E si dà il caso che a oggi non esista alcuna tecnologia che consenta lo stoccaggio delle rinnovabili.
Cingolani, poi, ha sollevato anche un’altra questione: l’inquinamento digitale. Pare infatti che il web produca il doppio delle emissioni di anidride carbonica rispetto al traffico aereo – e metà deriva dall’uso dei social network. «Quando mandate inutili fotografie» ha detto il Superministro a circa 17mila studenti in videoconferenza, «pensate al costo ambientale che hanno».
Dati che (prendendoli per buoni) rappresentano una sfida soprattutto ai giovani affermazionisti à la Fridays for future. O almeno a quei pochi che scendono in piazza conoscendo il motivo della protesta, e che ora potranno dimostrare di avere davvero a cuore il pianeta.
Troppo facile, infatti, voler salvare la Terra coi sacrifici degli altri. Ma di certo i discepoli di una certa cassandra scandinava saranno lieti di rinunciare a un po’ di Instagram per uno scopo tanto elevato. O era solo l’ennesima eco-balla?