Episodi e Perisic protagonisti: i responsi della finale di Coppa Italia
La finale dell’Olimpico ha mostrato alla lunga la superiorità dell’Inter, con una Juventus a cui si deve riconoscere l’onore delle armi
La 75a finale di Coppa Italia ha incoronato l’Inter, che ha vinto la competizione per l’ottava volta nella propria storia. Tanti sono i temi per le due rivali per eccellenza, tra obiettivi centrati o meno e prospettive future. Per una la strada è già tracciata, per l’altra bisognerà ripartire quasi da zero.
Inter superiore alla Juventus nella stagione, meno negli scontri diretti
La finale di Coppa Italia è stata la quarta volta in stagione in cui si sfidavano Juventus e Inter, la seconda con in ballo un trofeo dopo la Supercoppa di gennaio. I risultati nei 90 minuti sono 3 pareggi e una vittoria nerazzurra, quella di misura dello Stadium di inizio aprile, in cui i bianconeri non avevano meritato di perdere. Insomma, tra le due è regnato l’equilibrio negli scontri diretti. Anzi, se in stagione in cui la Juventus è stata opaca e poco propositiva, una delle migliori versioni si è vista proprio nelle ultime due sfide.
È innegabile però che, a lungo andare, si è vista la superiorità dell’Inter che le ha permesso di vincere due trofei ed essere ancora in lizza per lo Scudetto a 180 minuti dalla fine del campionato. Negli ultimi minuti dei tempi regolamentari e durante i supplementari la squadra di Inzaghi ha avuto più energie e idee in mezzo al campo, mentre Allegri con i cambi non ha avuto la stessa qualità (Dybala) e quantità (Zakaria). Alla fine la differenza l’ha fatta la tecnica e la leadership di Perisic, forse l’MVP della stagione dell’Inter, mentre un giocatore simile juventino, Federico Chiesa, è mancato in tutta la seconda parte di stagione per i motivi noti. Ultimo dato: in tutti e 4 i gol Perin è stato incolpevole.
Rigori ed episodi, decisivi in finale di Coppa Italia
Nonostante la maggiore qualità, l’Inter ha avuto ragione solo ai supplementari e a un quarto d’ora dalla fine era anche sotto. Dopo il vantaggio iniziale di Barella, la Juventus ha ribaltato la sfida in due minuti grazie anche ad un cambio arrivato prima del solito. A fine primo tempo, Allegri inserisce coraggiosamente Morata al posto dell’infortunato Danilo. Lo spagnolo è il protagonista del ribaltone di inizio ripresa, sfiorando il tiro di Alex Sandro che inganna Handanovic e avviando la ripartenza che porta al gol di Vlahovic.
Ma allo stesso modo è un episodio a far svoltare la partita in senso opposto nel finale. È vero che negli ultimi minuti la Juve si è abbassata, ma è il rigore (discusso) su Lautaro che porta al pareggio, così come è un tiro dal dischetto a riportare in vantaggio i nerazzurri (contatto De Ligt-De Vrij più marcato, anche se non visto in presa diretta da Valeri). Una vittoria sì meritata, come ha detto anche lo stesso Allegri nel post partita, ma alla Juve va l’onore delle armi per essere stata vicina alla vittoria.
Perisic, Dybala e Chiellini: l’incrocio tra conferme e rivoluzioni
Come ogni finale di stagione si iniziano a fare bilanci e prospettive future. Ebbene per Inter e Juventus le strade sembrano essere abbastanza chiare. La continuità è rappresentata dalla panchina dopo i cambi dell’estate scorsa, ma le prospettive del secondo anno di Inzaghi e dell’Allegri bis sono ben diverse. Per il tecnico nerazzurro è il secondo trofeo al suo anno d’esordio in una squadra che è stata parzialmente stravolta con gli addii di Lukaku, Eriksen e Hakimi. In più ha riportato la Coppa Italia nella Milano nerazzurra 11 anni dopo l’ultima volta. Così come sono passati 11 anni dall’ultima volta in cui la Juventus ha terminato una stagione senza alcun trofeo.
Per l’Inter si tratta di puntellare la propria rosa in un progetto che ha dimostrato grandi qualità per ampi tratti nell’arco della stagione. Discorso diverso per la Vecchia Signora, cosa di cui ne è conscia sia la dirigenza che il tecnico. Per Marotta è fondamentale confermare il match-winner di Coppa Italia Ivan Perisic, che a fine partita ha affermato candidamente che “con i giocatori importanti non si discute il rinnovo all’ultimo”. In casa bianconera gli addii di due punti di riferimento dell’ultimo decennio di successi, Dybala e Chiellini, impongono una rivoluzione che però ha delle basi da cui partire. Vlahovic, Chiesa più i possibili inserimenti dei giovani come Fagioli: la strada per tornare a vincere non sarà facile ma un sentiero forse è già tracciato.