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Equinozio di primavera, il 20 marzo segna la fine dell’inverno

È il giorno in cui le ore di luce e buio hanno approssimativamente uguale durata: è una data mobile, legata a eventi culturali e commemorazioni religiose, in primis la Pasqua che da essa dipende

Illuminazione della Terra all’equinozio

Illuminazione della Terra all’equinozio (© Lillorizzo / Wikimedia Commons)

Oggi, 20 marzo, è l’equinozio di primavera, giorno che nel nostro emisfero – quello boreale – segna la fine dell’inverno (mentre nell’emisfero australe il termine dell’estate). In astronomia, come illustra Meteo.it, è il momento dell’anno in cui i raggi solari colpiscono perpendicolarmente l’asse di rotazione terrestre. Un evento che si verifica anche a settembre, quando occorre l’altro equinozio, quello d’autunno.

Illuminazione della Terra all’equinozio
Illuminazione della Terra all’equinozio (© Lillorizzo / Wikimedia Commons)

In queste due giornate, aggiunge l’Adnkronos, le ore diurne e notturne hanno approssimativamente la stessa durata. Un fenomeno che si riflette anche nell’etimologia del termine “equinozio”, che deriva dal latino aequus, cioè “uguale”, e nox, ovvero “notte”.

Si tratta però, spiega l’ANSA, di date mobili, legate all’orbita ellittica della Terra e alla diminuzione della velocità del nostro pianeta quando si allontana dal Sole. Tant’è che, nel caso specifico, l’inizio della mezza stagione oscilla tra il 19 e il “tradizionale” 21 marzo, in cui però tornerà a cadere solo nel 2100.

Alba presso le Terrazze di riso di Duoyishu, Cina, il giorno dell’equinozio di primavera
Alba presso le Terrazze di riso di Duoyishu, Cina, il giorno dell’equinozio di primavera (© N509FZ / Wikimedia Commons)

Curiosamente, la festa mobile per eccellenza, la Santa Pasqua, dipende proprio da questo fenomeno, cadendo la prima domenica dopo il primo plenilunio successivo all’equinozio di primavera. E l’arrivo della stagione della rinascita, come riporta l’Agenzia Dire, coincide con eventi culturali, tradizioni, leggende e commemorazioni, di carattere soprattutto religioso.

L’equinozio di primavera tra cultura, tradizione e leggenda

In Giappone, per esempio, si celebra la ricorrenza nazionale dello Shunbun no hi, che ha origini buddiste e dura una settimana (chiamata Higan). È incentrata sul ricordo dei defunti, e si trascorre visitando le tombe di famiglia con offerte in forma di cibo, fiori e preghiere.

Un piatto di Ohagi, il dolce giapponese tipico del primo giorno di Higan
Un piatto di Ohagi, il dolce giapponese tipico del primo giorno di Higan (© Cookie M / Flickr)

Inoltre, come riferisce Il Giorno, questa data segnava il primo giorno del nuovo anno nell’antica Mesopotamia, e ancora oggi indica il Capodanno iraniano. Invece nell’antico Egitto, dove si commemorava lo Sham el Nessim, la Grande Sfinge di Giza risulta allineata al sorgere del Sole, analogamente a quanto accade a Stonehenge.

Uno spettacolo altrettanto suggestivo si verifica poi in Messico, presso la Piramide di Kukulkan che domina il sito archeologico Maya di Chichén Itzá. Qui, in occasione dei due equinozi, i raggi solari del tramonto proiettano delle ombre triangolari che creano l’illusione di un serpente piumato che striscia lungo il monumento.

Anche per gli antichi Greci questa giornata rivestiva un’importanza capitale. Era associata al mito di Persefone (Proserpina per i Romani), contesa tra la madre Demetra (Cerere), dea delle messi, e il marito Ade (Plutone), dio dell’Oltretomba.

Questi ultimi erano entrambi fratelli del padre degli dèi Zeus (Giove), che decretò che la nipote trascorresse metà dell’anno con la mamma e metà con lo sposo. L’equinozio di marzo indicava il ritorno della ragazza in superficie dagli Inferi, e dunque la fine della sofferenza semestrale di Demetra. Il cui cuore poteva finalmente rifiorire, rendendo per riflesso di nuovo feconde anche la terra e la vegetazione.

Ade e Persefone. Interno di una kylix a figure rosse
Ade e Persefone. Interno di una kylix a figure rosse (© Marie-Lan Nguyen / Wikimedia Commons)

Al termine dell’oscurità, infatti, si trova sempre una nuova luce. Buon inizio di primavera ai nostri lettori!