Esce dal carcere l’imputato dell’omicidio Ciatti. Chi prenderà il suo posto?
Omicidio Ciatti: “In Italia è più facile difendersi per un delinquente che per una persona onesta”, diceva un professore
Così diceva un Professore dell’Università La Sapienza di Roma, insegnante presso la facoltà di Giurisprudenza: “In Italia, il Paese dove il diritto è nato, è più facile difendersi per un delinquente che per una persona onesta”.
L’omicidio di Niccolò Ciatti
Questo concetto sembra calzare a pennello nella vicenda dell’omicidio Ciatti e conferma la triste e sconsolata dichiarazione del papà del giovano defunto. Il fatto: ieri, secondo i Giudici della Corte di Assise, il ceceno, imputato per l’omicidio di Niccolò, deve essere scarcerato. Ed è stato scarcerato a Roma. Motivo: non si trovava in Italia al momento in cui venne emessa la misura di custodia cautelare. Quindi, ne consegue, secondo il nostro codice penale di procedura, un difetto di procedibilità nei confronti di R. Bissoultanov. La vicenda di cui si tratta inizia ad agosto del 2017, in Spagna, dove Niccolò Ciatti era in vacanza con altri suoi amici. In una discoteca di Lloret de Mar venne aggredito brutalmente senza un vero motivo nella notte tra l’11 ed il 12 agosto, fino alla sua morte.
Difetto di procedibilità
Ora non possiamo non chiederci: ma chi ha permesso che questo avvenisse era un professionista che conosceva le norme e quindi anche le conseguenze di una tale operazione o, pur conoscendole, si è distratto ed ha forzato la mano abusando della legge? O si è distratto ed ha commesso l’errore, il gravissimo errore, senza accorgersene? Sia nell’una che nell’altra situazione qualcosa di “errato” vi è certamente.
Quindi: se è uscito dal carcere il maggiore imputato dell’omicidio Ciatti – in quanto non doveva essere a suo tempo carcerato- deve entrare in carcere, ora, al suo posto, chi ha commesso questo grossolano errore di procedura. Infatti è stato causato un ulteriore disagio all’intero apparato giudiziario ed è stata affossata ancor di più la credibilità dei cittadini nei confronti della giustizia.
Senza pensare al male ed al dolore che viene nuovamente inflitto a chi ha perduto ingiustamente, senza motivo e per pura e semplice violenza, una persona cara.
La gabbia è stata aperta lasciando spazio “al volo”
Il 18 gennaio 2022 inizierà il processo per la morte del ventunenne di Scandicci (FI) Niccolò Ciatti e si può prevedere che l’imputato, ora a piede libero, forse non sarà in aula a discolparsi del reato a lui ascritto e non si saprà quale sarà la sentenza e come verrà fatta eseguire. I mali della giustizia italiana continuano a mietere quasi più vittime di quelle causate dai veri assassini. E’ ora di correre ai ripari.
Alessandro Spaziani