Esperti o “fanfaroni”? Covid e guerra ne hanno colti parecchi in fallo…
Sono parecchi i “competenti” che hanno azzardato previsioni rivelatesi poi errate: inclusi alcuni fact checkers, cioè quelli che dovrebbero verificare la veridicità dei fatti
Lo scoppio della pandemia da Covid-19 e quello successivo della guerra in Ucraina hanno visto un proliferare di esperti nei rispettivi e appositi settori. O sedicenti tali, visto che molti hanno azzardato previsioni sanitarie o belliche rivelatesi poi completamente errate. Il che li fa assomigliare piuttosto a dei milites gloriosi (cioè “soldati fanfaroni”) di plautiana memoria.
Gli “esperti” colti in fallo
Negli ultimi due anni e mezzo – inutile negarlo – siamo diventati un popolo di virologi e, più di recente, esperti di geopolitica. In gran parte è merito (si fa per dire) del livellamento al ribasso del dibattito causato dai social network. Eppure, anche gli stessi “periti” ci hanno messo del loro, e in più di un’occasione.
Si potrebbe ad esempio tornare al 21 maggio 2021. Quando Franco Locatelli, all’epoca coordinatore del Comitato tecnico scientifico oltre che presidente del Consiglio Superiore di Sanità, si espresse sull’immunità di gregge. Dicendosi certo, come riportava Rai News, che l’obiettivo sarebbe stato raggiunto «entro l’estate, stando larghi per prudenza tra agosto e settembre». Com’è andata realmente lo sappiamo tutti.
Un’altra predizione incauta la lanciò il 25 ottobre 2021 il sottosegretario (allora) pentastellato alla Salute Pierpaolo Sileri. Il quale affermò che «prima toglieremo la distanza e poi la mascherina», e in ogni caso il Green pass «sarà l’ultima cosa che sarà rimossa». Infatti è l’unica restrizione non più in vigore, se non per l’accesso in ospedali e Rsa.
Quis custodiet ipsos custodes?
Ancor più sconcertante, però, è il fatto che tra gli “esperti” colti in fallo figurino anche alcuni fact checkers. Ovvero coloro a cui è stato affidato – non si sa in base a quali competenze – l’incarico di verificare la veridicità delle notizie. Quelli di Twitter hanno voluto strafare, e per buona misura si sono praticamente auto-attribuiti pure il titolo di arbitri della verità.
Accadde nell’agosto 2020, quando il Presidente Usa in carica Donald Trump dichiarò di ritenere possibile «che avremo il vaccino prima della fine dell’anno». I cinguettii vennero cancellati come fake news, ma la Storia diede infine ragione al tycoon, come scrisse tra gli altri il New York Times.
Per quanto riguarda invece il conflitto russo-ucraino, il non minus ultra lo ha raggiunto Open, il giornale online fondato da Enrico Mentana. Che il 4 marzo 2022 pubblicava un articolo dal titolo virgolettato “Putin non ha più risorse per la guerra in Ucraina, in 2-3 settimane dovrà fermarsi”. Sono passati oltre 4 mesi, e quale sia la situazione ai confini orientali dell’Europa lo sanno tutti. E il fatto che la testata sia parte della squadra anti-bufale di Facebook, come fa perfidamente notare Radio Radio, chiude gioco, partita e incontro.
A ennesima conferma che aveva ragione il poeta latino Giovenale quando si chiedeva: Quis custodiet ipsos custodes? Ovvero, “Chi controllerà i controllori?”