Esuberi e licenziamenti, tutti i numeri sbagliati di Atac
Fabrizio Santori presenta un nuovo esposto al Ministero del Lavoro e denuncia la malagestione ATAC
È battaglia contro la procedura di licenziamento, avviata in base alla legge 223/91, da parte della Direzione di Atac. A portare avanti questa battaglia “per la trasparenza degli atti e contro la discriminazione dei lavoratori in Atac” è il consigliere regionale Fabrizio Santori che, “dopo l’esposto alla Procura della Repubblica che di fatto denuncia la presenza di operai in ufficio, quadri senza posizione, 20 dirigenti di troppo, consulenze legali esterne, i soliti amici nei punti chiave”, ha depositato ieri un nuovo atto presso il Ministero del Lavoro e la Direzione Generale del Lavoro di Roma. “Si tratta di una procedura che non si tiene in piedi – spiega – lede i diritti dei lavoratori e su cui Atac, e quindi i contribuenti, rischiano di pagare conseguenze pesantissime”.
Con questo esposto-denuncia, “si richiede al Ministero del Lavoro la verifica della corretta applicazione della procedura prevista dalla L. 223/91 disposta dall’azienda del trasporto autoferrotranviario del Comune di Roma (Atac Spa) con la disposizione gestionale interna n. 80 del 14/05/2014 e, in particolare, una verifica complessiva del corretto esperimento della ricognizione sulla forza lavoro prevista e su eventuali altri aspetti normativi che riteniamo essere stati sottovalutati, comunque affetta da numerose anomalie che di fatto rendono la stessa procedura viziata. Si richiede in ultima analisi un urgente intervento per l’immediata interruzione della stessa procedura” – continua Santori.
Santori già nei giorni scorsi aveva chiesto all’assessore alla mobilità Improta e l’Ad di Atac Broggi di “ritirare immediatamente la procedura di esubero di 312 amministrativi” e di provvedere a “ricollocare i 111 operai che attualmente sono negli uffici”. Allo stesso tempo, chiedeva a Roma Capitale di ridurre “a 50 unità i dirigenti attualmente in essere, come da obiettivo, a fronte degli attuali 70. Si provveda inoltre a dare una posizione ai 30 quadri ad oggi demansionati – continua Santori – e alla riorganizzazione di tutte e 200 le posizioni di quadro".
Necessario, secondo Santori, "che vengano anche rivisti i costi, l’utilità e l’efficacia degli appalti esterni, azzerate le numerose consulenze legali espletate da soggetti esterni con parcelle da centinaia di migliaia di euro anche in virtù della presenza in azienda di avvocati regolarmente iscritti all’albo. Allo stesso tempo si preveda preventivamente all’annullamento degli stipendi aggiuntivi ad personam concessi a quasi 100 unità di personale in assenza di qualunque valutazione di tipo meritocratico. E’ imbarazzante, nonostante tutto questo e lo stato di crisi attuale in cui verte l’azienda, che l’assessore Improta con una mano firmi procedure fallate e con l’altra avalli avanzamenti di carriera previsto presso alcune strutture ritenute cruciali e con nomi e cognomi piuttosto sospetti”.
Ciò che infatti Santori denuncia, è che “ad oggi si riscontrano infatti sospetti avanzamenti di ruolo, e in prospettiva di retribuzione, presso strutture mirate: in particolare nella figura del Responsabile Customer Care il cui primo nella graduatoria dei selezionati è Fabrizio di Staso, stretto collaboratore proprio dell’Assessore Improta”.
Insomma, “una riorganizzazione dell’azienda è necessaria, che però riprenda i criteri di economicità ed efficienza che dovrebbero caratterizzarla, ma si provveda a un trattamento equo e rispettoso di tutti lavoratori e che si metta fine alla discriminazione di alcuni dipendenti rispetto ad altri” – conclude Santori.