Eur, prostituzione: problema da capire, affrontare e risolvere
Un Consiglio Municipale dedicato anche al tema della prostituzione, che non accenna a diminuire
Nel IX Municipio il problema della prostituzione è sempre stato incalzante. Anzi, amministrativamente parlando è una cosiddetta "tomba della politica locale", che da anni si costerna, s'indigna e s'impegna, per poi gettare la spugna con – gran poca – dignità.
Più specificatamente, nel nostro territorio a risentire maggiormente del problema è il quartiere dell'Eur e dintorni, che di sera si popola infatti di innumerevoli operatrici del mestiere più antico del mondo. Il fenomeno, come poc'anzi accennato, è dunque incalzante e non accenna a diminuire, specialmente se inquadrato nel contesto generale, che vede i piani più alti di quello municipale non porvi sopra un focus maggiore.
Oggi, 10 aprile 2014, l'istituzione Municipale ha però voluto dedicare un Consiglio alla questione, cercando di approfondirla, contestualizzarla ed analizzarla nuovamente. Ciò che ne è emerso è un ulteriore aggravarsi della situazione, con però delle maggiori problematiche indirette.
Al di là della questione morale, nonché dell'ovviamente indegno sfruttamento della prostituzione, che è il principale problema, si sta aggiungendo quello della reale complicazione di avere molte strade che assumono la forma di un bordello a cielo aperto in un futuribile scenario di sviluppo turistico ed economico dell'Eur, che oggi ha trovato il suo posto nel dibattito in corso, diventando protagonista dell'idea di sfruttare i vantaggi infrastrutturali ed architettonici dell'Eur per trasformare questo quartiere in un nuovo polo congressuale, nonché turistico. Un'idea allettante che trova sintesi nelle parole del consigliere municipale Manuel Gagliardi, oggi presente al consiglio, che così ci dice: "Una sfida per questa amministrazione che non può prescindere dal confronto con i cittadini, i commercianti e le aziende del territorio. Dobbiamo costruire un futuro per questo quadrante in modo condiviso".
Comunque sia, tornando al problema principale, possiamo dire che di mettere un agente ad ogni angolo della strada per piantonare ogni donna in abiti succinti s'è parlato, ma come di una fantasia orwelliana che, anche se potesse essere eticamente accettabile, non troverebbe riscontro nell'operatività della polizia, e ciò anche solo per semplici questioni numeriche. In vero la questione è complicata anche per via del fatto che l'istituzione municipale è l'ultima amministrazione in scala gerarchica in termini di potere e fondi, e non può certo pensare (così come gli elettori, sia chiaro) di risolvere un problema di scala nazionale con degli strumenti locali.
L'unica soluzione praticabile – nonché la più moralmente giusta – oltre le fantasie degli agenti di polizia ad ogni angolo o lampioni che si illuminano come supernove, è quella di investire sul recupero e l'assistenza alle donne sfruttate con delle unità di strada, incentivandole a superare le paura che le lega alla strada ed i drammi che ce le hanno portate.