Europa, perché la lite Meloni-Gentiloni è solo la punta dell’iceberg
Le tensioni sul dossier ITA-Lufthansa si inseriscono nella campagna elettorale per le Europee 2024: ma la questione di fondo è l’anti-italianità degli euroinomani nostrani
È di nuovo tensione altissima tra l’Italia e l’Europa. Il nodo del contendere, stavolta, è il progetto per l’ingresso di Lufthansa, compagnia aerea di bandiera della Germania, nell’omologa tricolore ITA Airways. Un contrasto che superficialmente sembrerebbe affiorare dalla contingenza, ma che, a uno sguardo più attento, appare solo la punta di un iceberg molto più profondo.
Ancora tensioni tra Italia ed Europa
«La stessa Commissione Europea che per anni ci ha chiesto di trovare una soluzione al problema ITA, quando troviamo una soluzione al problema la blocca». Questo, come riporta Il Sole 24 Ore, l’attacco del Premier Giorgia Meloni, rispondendo, al termine del G20 di Nuova Dehli, a una domanda sul dossier ITA-Lufthansa. Ovvero, spiega il Corsera, l’acquisizione, da parte della compagnia tedesca, del 41% del vettore del Belpaese, condizionata al via libera della Ue.
Nel mirino chigiano c’era, in modo particolare, il Commissario europeo per gli affari economici e monetari Paolo Gentiloni. A cui il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha sottoposto la questione, e da cui l’esecutivo, aggiunge l’ANSA, ha affermato di aspettarsi «un occhio di riguardo in più».
Concetto che, peraltro, era già stato espresso dai due vicepremier. «Ho avuto l’impressione di avere un Commissario europeo che giocava con la maglietta di un’altra nazionale. Più che dare suggerimenti, elevava lamenti e critiche» ha deplorato il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, come rileva Il Riformista.
E il titolare degli Esteri, Antonio Tajani, ha rincarato la dose in un’intervista a La Repubblica. «Mi auguro che Gentiloni sia in grado di avere una posizione che non sia penalizzante per l’Italia». Va comunque precisato che il diretto interessato, a proposito della diatriba aviatoria, ha dichiarato di non voler «partecipare a polemiche che penso danneggino l’Italia».
In seguito, come riferisce Il Giornale, Bruxelles ha precisato per bocca di un anonimo portavoce che il Governo comunitario «non ha ancora ricevuto alcuna notifica». Al che il Mef ha contro-replicato che al momento «la stessa Commissione sta portando avanti molto minuziosamente» un’istruttoria «nell’ambito di una fase di pre notifica già avviata».
Aveva ragione Montanelli
Fin qui la cronaca economico-politica, che in sé potrebbe anche essere semplicemente inserita tra le scaramucce della lunga campagna elettorale per le Europee 2024. In cui, giova ricordarlo, si preconizza un’importante avanzata delle forze conservatrici, tanto vagheggiata da alcuni quanto aborrita da altri.
In questo quadro rientra il derby nostrano tra sovranisti di centrodestra ed euroinomani demo-grillini. Con questi ultimi accusati dai primi di volerli delegittimare a livello internazionale, a costo di sconfinare nell’anti-italianità.
E in effetti, al netto delle divisioni partitiche, il problema di fondo sta tutto qui, nella possibilità che si sia avverata un’audace profezia del grandissimo Indro Montanelli. «Quando si farà l’Europa unita, i Francesi ci entreranno da Francesi, i Tedeschi da Tedeschi e gli Italiani da Europei».