Roma, ex assessore Montanari: “Sono stata vittima di comportamento scorretto”
Nella lunga audizione in commissione regionale Rifiuti, la Montanari ha ripercorso le tappe di una vicenda iniziata quasi un anno fa
“Un comportamento profondamente scorretto”. L’ex assessore capitolino all’Ambiente, Pinuccia Montanari, ritiene di averlo subito dal Campidoglio (a cominciare dalla sindaca Raggi, proseguendo con l’assessore Lemmetti e il dg Giampaoletti) a proposito della vicenda della bocciatura del progetto di bilancio 2017 di Ama, con la delibera di Giunta dello scorso 8 febbraio contenente il suo voto contrario, motivo per cui “mi sono dimessa”.
Nella lunga audizione che si è svolta nella commissione regionale Rifiuti, la Montanari ha ripercorso le tappe di una vicenda iniziata quasi un anno fa e non ancora conclusa, perché il bilancio consuntivo 2017 della municipalizzata dei rifiuti ancora non è stato approvato: “A un certo punto la sindaca e Lemmetti decidono di procedere all’approvazione della delibera, che dovevo firmare a occhi chiusi e che mi è stata tenuta nascosta perché vedevo delle criticità, volevo che fosse discussa e che i pareri chiesti ad autorevoli soggetti fossero analizzati. È stata approvata una delibera senza la firma dell’assessore competente, presentata a me 5 minuti prima dell’inizio della Giunta. Questa è una scorrettezza istituzionale. Le delibere su Atac hanno anche la firma dell’assessore Meleo, quelle su Zetema hanno la firma anche di Bergamo, questa delibera che boccia il bilancio di Ama non ha la firma dell’assessore competente. È una cosa anomala”.
La Giunta ha bocciato il bilancio di Ama nella seduta dell’8 febbraio: “Quel giorno sono rimasta scioccata molto quando, senza che ne fossi avvisata, si decise di portare in Giunta una delibera sulla bocciatura del bilancio di Ama che non avevo contribuito a scrivere, che non avevo letto e mai mi era stata sottoposta- ha raccontato Montanari- Per quella mattina avevamo programmato una conferenza stampa sui parchi storici, ma avevo avuto notizia il giorno prima che sarebbe saltata e ci sarebbe stata una Giunta straordinaria. Non riuscii a sapere l’oggetto. Il giorno prima alle 14 ero stato convocata dalla sindaca con la dottoressa D’Aprile (capo della direzione capitolina Rifiuti, ndr) e Lemmetti e intuii che si trattava della delibera che riguardava Ama. Ma questa convocazione si rivelò non valida solo per me, perché il segretario del Gabinetto della sindaca con certo timore mi disse ‘la riunione è stata annullata’, ma poi scoprii che era stata fatta alle 14 del 7 febbraio, escludendomi”.
Durante la pre Giunta che avrebbe bocciato il bilancio di Ama “mi si avvicina il direttore Giampaoletti, mi chiama da un lato della sala delle Bandiere e mi dice ‘assessore c’è da firmare questa delibera’. Gli ho detto ‘scusi, quale delibera mi viene sottoposta cinque minuti prima dell’inizio della Giunta?’. Li’ scoprii che era la delibera di bocciatura del bilancio di Ama. Ho chiesto tre ore per analizzarla, non mi furono concesse e la sindaca chiese a Giampaoletti di illustrare i contenuti della delibera. Quando cercai di sottoporre alla valutazione degli assessori i pareri importanti che erano stati richiesti da Ama, mi è stato detto che non aveva alcun senso leggerli perché erano di parte”.
Insomma “non mi era mai capitato che una delibera di tale importanza mi venisse sottoposta senza che io, che ero la proponente, l’avessi mai nemmeno letta e quindi ho deciso di votare no- ha spiegato Montanari- A fronte di una perplessità dell’assessore Gatta, la sindaca disse ‘chi non vota è fuori’. Io intesi questo come il fatto che dovevo essere dimessa, ma la sindaca mi disse ‘no, non sei dimessa’ e io replicai ‘allora, siccome non sono dimessa, ma sono una persona responsabile, io voto contro perché non ho avuto modo di approfondire e analizzare tutti i contenuti della delibera, dove c’erano le indicazioni su come Ama dovesse redigere il nuovo bilancio’. Una delibera basata unicamente sul parere non vincolante espresso dal Collegio sindacale che in 15 anni non aveva mai sollevato alcuna questione in merito”.
Un atto che secondo Montanari è “carente perché non cita i pareri della dottoressa Matassa (ex capodipartimento Ambiente di Roma Capitale, ndr). Il 6 agosto il direttore del dipartimento Tutela ambientale, dopo avere ricevuto la relazione della società di revisione dei conti di Ama, aveva scritto che ‘si rilascia parere non ostativo sul bilancio di esercizio di Ama del 2017′. Di questo passaggio, e di un altro successivo di conferma, nella delibera che boccia il bilancio non c’e’ traccia”. E sempre a proposito del tema dei pareri rilasciati dalla dottoressa Matassa, Montanari ha ricordato di avere “assistito a un dialogo tra Matassa e Giampaoletti in cui Giampaoletti voleva che Matassa cambiasse quel suo parere che aveva dato il 6 agosto e che, dopo un’ulteriore analisi, aveva confermato successivamente. La dottoressa le rispose sulla base di cosa e il dg, come sempre, non rispose o rimase generico. È una modalita’ di azione grave”.
Tornando al documento contabile di Ama, bocciato dalla Giunta, “le domande che mi sono posta- ha proseguito Montanari- sono due: come metodo, se spetta all’organo politico entrare nel merito tecnico di come il bilancio di una partecipata debba essere redatto o se tale potere non sia prerogativa solo dell’organo tecnico. Nel merito, perché, nonostante Ama avesse accolto di stornare i crediti contestati dal Comune in apposito fondo, Lemmetti avesse preteso che questo storno dovesse avvenire in modo da fare chiudere il bilancio in passivo in ogni caso”. Comunque “sul piano politico tutte le persone che avevano manifestato contrarietà sulla vicenda o sono state costrette ad andarsene o sono state cacciate, come il cda di Ama- ha concluso Montanari- Avrei voluto concludere questa mia esperienza ma quando si sono frapposti elementi che dal punto di vista etico non corrispondevano più alla mia visione, non ho potuto proseguire in questo percorso”. (Mtr/ Dire)