Formula 1: nella prima gara lotteria, il talento di Leclerc salva una Ferrari in crisi
Nella gara vinta da un solido Bottas, il monegasco viene fuori all’ultimo e regala un podio insperato ad una Rossa che è sembrata la quinta macchina in pista
È tornata la Formula 1 nella sua versione migliore. Un Gran Premio appassionante, ricco di Safety Car e colpi di scena con un elemento in più che sembra venir fuori, aspettando prossime conferme: l’assottigliamento dei valori in campo senza l’abisso di differenza tra i tre top team e gli altri sette. Andiamo a vedere i tre temi principali.
Mercedes ancora capofila in questa Formula 1, ma occhio all’affidabilità
Nonostante questo semi-rimescolamento la costante di questa era motoristica rimane: la Mercedes è ancora la squadra da battere. Mezzo secondo dato alla concorrenza in qualifica (in un circuito di poco più di un minuto) e doppietta sfiorata in gara, apparsa concreta dopo il ritiro di Max Verstappen al 14° giro e svanita con le SC e la penalità comminata ad Hamilton.
Valtteri Bottas, brillante poleman, approfitta di un Hamilton partito in quinta posizione per tenere la testa al via e poi non lasciarla più, nemmeno dopo le tre ripartenze con il compagno di scuderia alle costole. In finlandese ha mostrato grande feeling con questo tracciato: si tratta della terza pole (su 12 in carriera) e della seconda vittoria (su 8) qui. Lewis, recuperata subito la seconda piazza, non è riuscito ad attaccare in maniera veemente il finnico, trovandosi poi immischiato in azioni difensive che hanno portato ai 5 secondi di penalità per il contatto (apparso più veniale che cercato) nei confronti di un coraggiosissimo Alexander Albon, con la seconda Red Bull.
Ma non è tutto oro quel che luccica in casa Mercedes: com’ero apparso sin dai test di marzo e come poteva essere prevedibile nella prima gara “post-Covid”, le Frecce d’Argento (quest’anno Frecce nere, vista la livrea dal forte impatto sociale contro il razzismo) hanno pagato problemi di alte temperature e di affidabilità. Lo stesso Bottas, in testa e senza disturbi aerodinamici, ha poi dichiarato di aver sofferto molto e i due ritiri a centro gruppo di Stroll (Racing Point) e Russell (Williams) per problemi tecnici legati anche alla PU Mercedes sono un campanello d’allarme.
Capitolo Ferrari: Leclerc con una zampata da campione raddrizza un inizio nerissimo
Questo rimescolamento parziale dei valori in campo ha però avuto ripercussioni nefaste per la Ferrari, mai apparsa così tanto in difficoltà dai tempi (almeno) della SF16. Se il venerdì non aveva dato indicazioni specifiche, al sabato sono emerse tutte le difficoltà della SF1000, con una vettura poco guidabile nelle curve ad alta velocità di Zeltweg ma sopratutto lenta nei tratti in rettilineo, palesando inferiorità in ciò che era il punto di forza nella stagione scorsa: la Power Unit. Vettel eliminato in Q2 e 11°, Leclerc che all’ultimo tentativo ha artigliato la settima piazza, a 984 millesimi di ritardo dal poleman. La Rossa nelle qualifiche è stata la quinta macchina del lotto, dietro anche a Racing Point e Mclaren.
Alla domenica poi la tendenza non sembrava essersi invertita: la Ferrari, che pagava circa 10 km/h nella velocità di punta, è stata molto attendista, quasi difensivista. Così è stato per 65 giri dei 71 previsti, quando è ripartita la gara dopo la terza Safety Car. Lì, un muretto (va detto) attento, ha messo in condizione Charles Leclerc di attaccare, mentre gli avversari pagavano problemi di affidabilità, gomme e strategie sbagliate. Così per 6 giri il monegasco si è preso la scena e con due sorpassi difficili (più la penalità di Hamilton) ha artigliato un secondo posto che al semaforo del via sembrava una chimera. Per sua dichiarazione una delle performance più difficili ma che ha portato la Ferrari ad ottenere il massimo possibile in un weekend che rimane disastroso. Così come quello di Vettel, fuori dal Q3 e poi 10° (nonché penultimo) in gara, autore di un testacoda nel corpo a corpo con il suo prossimo sostituto a Maranello, Carlos Sainz. Insomma, gli unici aspetti positivi in questo momento sono l’affidabilità e la certezza di una prima guida.
La grande imprevedibilità e i festeggiamenti soft della Formula 1 post-Covid. Norris nella storia
Ferrari a parte, era attesa la ripartenza, ovviamente a porte chiuse, di uno sport di livello mondiale, per dinamiche dentro e soprattutto fuori dalla pista tutte da capire. Covid che si è intrecciato con l’altra tematica mondiale sotto la lente d’ingrandimento, quella della lotta al razzismo, con Lewis Hamilton in prima persona, ora più che mai.
Oltre all’assenza dei tifosi, i festeggiamenti, in un podio striminzito e “allestito” sulla pista hanno colpito visto l’alone glamour che contraddistingue solitamente la Formula 1. In confronto a un’atmosfera un po’ dimessa, salta all’occhio l’entusiasmo della prima volta di Lando Norris, che ha artigliato clamorosamente il suo primo podio in carriera. Grazie alla penalità di Hamilton e all’ultimo giro da record, è riuscito per meno di due decimi a salire sul podio: a 20 anni e 235 giorni è il terzo più giovane della storia, dietro solo a Verstappen e Stroll in questa speciale classifica.
Domenica prossima, replica a Spielberg per il Gran Premio della Stiria: attesi al varco vincitori e vinti.