Fabrizio De André, 24 anni fa la morte del poeta cantautore
Ci lasciava 24 anni fa Fabrizio De André, la sua morte causata da un tumore al polmone che non gli ha lasciato scampo
L’11 gennaio 1999 l’Italia piangeva la morte di Fabrizio De André. A 58 anni si spegneva a causa di un cancro ai polmoni. Il suo lascito concreto è fatto di quattordici album in studio pubblicati in quasi quarant’anni di attività.
Ogni canzone, ogni poesia, raccontano un mondo dimenticato, l’umanità che non ci piace, che puzza, quella degli anarchici, i bombaroli, le puttane. Tutti coloro che nelle parole di Fabrizio De André hanno ritrovato una dignità.
La vita di Fabrizio De André
Nato a Genova il 18 febbraio 1940, Fabrizio De André è considerato uno dei maggiori esponenti della cosiddetta scuola genovese. Insieme a lui Bruno Lauzi, Gino Paoli, Umberto Bindi e Luigi Tenco.
A metà degli anni Sessanta arrivano i primi grandi successi. Nel 1964 pubblica La canzone di Marinella, ispirato da un fatto di cronaca nera. Tre anni dopo la canzone viene interpretata anche da Mina. E nel 1966 escono i due singoli La canzone dell’amore perduto e Amore che vieni, amore che vai. Con questi due 45 giri diventa celebre in tutta Italia.
Nel 1967 vede la luce il brano Preghiera in gennaio. Una canzone scritta di getto dopo il suicidio di Luigi Tenco, avvenuto durante il Festival di Sanremo.
Le donne di Faber
Le donne più importanti della vita di Fabrizio De André sono due, Enrica Rignon, dalla quale avrà il figlio Cristiano e musa ispiratrice della canzone “Verranno a chiederti del nostro amore” e Dory Ghezzi, con la quale condivide più di venti anni di vita e dalla quale avrà la figlia Luisa Vittoria. Con lei vivrà anche i 4 mesi del sequestro per mano dell’anonima sequestri sarda. I due saranno tenuti prigionieri alle pendici del Monte Lerno.
Fabrizio De André è un uomo fuori dai canoni borghesi del tempo, non nasconde mai le sue frequentazioni con le prostitute e dedica loro parole d’amore. Indaga nelle radici del linguaggio popolare con testi complessi ma apparentemente semplici, spesso in dialetto ligure, che sebbene avrebbero potuto rimanere nella nicchia del panorama musicale, tra le mani di De André diventano poesie conosciute da tutti ancora oggi.
Strizza l’occhio alle idee dell’anarchia, è un convinto sostenitore del pacifismo e del libertarismo nei suoi brani pieni di impietosa verità.
La malattia e la morte di Fabrizio De André
La malattia colpisce Fabrizio De André come un fulmine la sera dell 25 agosto 1998. Quella sera doveva suonare a Saint-Vincent, tappa del tour estivo. Un improvviso e dolore alla spalla e alla cervicale lo aveva portato all’ospedale di Aosta.
Viene disposta una visita in pronto soccorso e una lastra alla spalla. Dalle immagini si vede una grossa massa nel polmone. Il giorno dopo la Tac aveva confermato i peggiori sospetti.
Gli ultimi sei mesi della vita Fabrizio De André li trascorse a combattere la malattia, “come un guerriero” raccontò il figlio Cristiano, dentro e fuori l’Istituto per tumori di Milano.