Facebook App Dating, più controlli sui minori. Crepet: “Per molti queste App sono un affare”
Il sociologo: “Bisogna intensificare controlli, l’esperienza virtuale ha sostituito quella reale. Le relazioni vanno coltivate dal vivo”
Novità in ambito tecnologico. Meta, la società proprietaria di Facebook, compie un importante passo nei confronti dei minori. Ha infatti aumentato le barriere, ai minori di 18 anni, per l’accesso all’app di incontri Dating, lanciata proprio dal famoso social network 3 anni fa, disponibile anche in Italia dal 2020.
Le novità che vietano l’accesso ai minori, sono al momento operative solo negli Stati Uniti e si arricchiscono principalmente di due strumenti: un caricamento del documento di identità, protetto dalla crittografia per evitare ulteriori altre letture da parte di sconosciuti e i video selfie che riescono a stimare l’età in virtù di un riconoscimento dei tratti distintivi del volto.
Quest’ultima operazione è possibile grazie all’aiuto dell’Intelligenza Artificiale. Una possibilità resa concreta dopo la collaborazione con Yoti, società specializzata in strumenti di verifica dell’età.
Grazie a tecnologia e algoritmi di intelligenza artificiale, App Dating sarà in grado dunque di riconoscere l’età, interpretata dai tratti distintivi del volto. La condividerà con Facebook e, successivamente, l’immagine sarà eliminata. Da Meta precisano che la tecnologia di Yoti è capace di individuare l’età, non l’identità del soggetto.
“Vogliamo assicurarci che le persone vivano esperienze adeguate alla loro età, quindi utilizziamo la tecnologia per individuare i casi in cui le persone hanno travisato la loro età. Se rileviamo che qualcuno potrebbe avere meno di 18 anni e sta tentando ad utilizzare Facebook Dating gli chiederemo di verificare la sua età. Abbiamo in programma di portare la nostra tecnologia di rilevamento dell’età e gli strumenti di verifica negli altri Paesi in cui è disponibile Facebook Dating e su più servizi che richiedono la maggiore età per accedere. “, spiegano da Meta.
L’opzione, testata già da qualche mese, ha consentito di individuare il 96% degli adolescenti che hanno provato a nascondere la propria età reale. L’81% dei profili a cui è stato chiesto di verificare l’età ha scelto il video selfie piuttosto che l’invio del documento.
Abbiamo intervistato Paolo Crepet, sociologo e filosofo per un parere sull’argomento e sull’utilizzo sempre più frequente della tecnologia anche in ambito relazionale da parte di giovani.
“Penso che i ragazzi si troveranno altre App. Dating mi è sempre sembrata una scorciatoia abbastanza curiosa” – ci dice Crepet – “Credo che le persone, amicizie o amori, debbano essere fatte sul campo. Capisco però il problema che si chiama pedofilia e lì ovviamente non aggiungo una virgola. E’ ovvio che bisogna intensificare qualsiasi controllo. Su questo, nulla quaestio.
Credo però ci sia un problema legato alla contraddizione avendo dato libertà di ogni genere a persone che hanno molto meno di 18 anni. Evidentemente i rischi sono superiori ai danni eventuali che si possono fare nei confronti dei minorenni”.
“L’esperienza virtuale ha sostituito quella reale”, – continua Crepet – “Ormai è così e per moltissima gente è un colossale affare. Non sto parlando di chi ha in mano Facebook, Twitter, che ritengo grandissime aziende. Ma c’è un enorme mondo che dipende da questi social, tra pubblicità e altro. Non possiamo lamentarci. E’ così e non lo scopriamo oggi“.