Facebook chiude Roma Fa Schifo e censura la denuncia
Segnalata la pagina Facebook del blog Roma Fa Schifo
Il concetto base da cui partire, fondamentale in ogni rapporto umano che si rispetti, è la libertà. Certo non sarebbe né facile né giusto definirla come qualcosa di scontato e dovuto perché spesso quella che noi denominiamo “nostra libertà” potrebbe ledere o offendere quella di qualcun altro e quindi sconfinare nell’ingiurioso.
Altra premessa fondamentale è “la lamentela”. Ogni cittadino che si definisca tale si sente in dovere e in diritto di lamentarsi di qualcosa che riguarda ovviamente l’ordinamento metropolitano. Pertanto nessun amministratore, bravo o no che sia, avrà mai il piacere di sentirsi appoggiato da tutti contemporaneamente.
Entrambe le situazioni sopra descritte rientrano tra le caratteristiche principali della pagina Facebook il cui titolo era “Roma fa schifo”. Non c’è ovviamente necessità di spiegare quali fossero i contenuti condivisi.
Parlo al passato perché in data 19 ottobre gli amministratori del social network più famoso e utilizzato del mondo hanno ritenuto la pagina non idonea a pubblicare contenuti e hanno provveduto alla rimozione, a seguito di numerose segnalazioni ricevute. Da qui sono partire le proteste dei creatori della pagina i quali ritengo non corretto il comportamento a loro riservato, osservando che la pagina è un libero scambio di idee tra cittadini romani che segnalano ciò che ritengono non legale o comunque lesivo.
Tutto è iniziato con la pubblicazione di uno striscione, mostrato allo stadio, che riportava una frase ingiuriosa nei confronti del sindaco Marino. Tale pubblicazione è stata argomentata con una netta condanna del gesto della tifoseria, che si è scoperto in un secondo momento laziale e risalente all’anno scorso, e non per appoggiare l’azione. A questa si sono aggiunte tutta una serie di segnalazioni precedenti che hanno portato alla chiusura della comunità virtuale.
Tra le giustificazioni dei creatori della pagina, la possibilità di aver pestato i piedi a coloro che in questa situazione di degrado e mancato controllo ci sguazzano, ovvero coloro occupano abusivamente case pur non avendone diritto, coloro che scrivono sui muri definendosi artisti ma in realtà sono degli imbrattatori, coloro che ricorrono all’affissione abusiva per pubblicizzare la propria attività imprenditoriale e tanti altri, che si sono visti coinvolti in prima persona in queste denunce con la possibilità di perdere i privilegi ottenuti o con la forza o illegalmente.
I fondatori della pagina non si sono dati per vinti è stanno proseguendo la loro battaglia con l’apertura di una seconda pagina Facebook in cui sarà possibile continuare a postare le proprie denunce sempre che arrivi la revoca della rimozione della pagina ufficiale.
Se le denunce riportate siano giuste o sbagliate non sta a noi giudicarle. Se qualcuno le ha postate è perché, evidentemente, le ha ritenute nocive dei propri diritti e pertanto sconfinanti in spazi altrui. Come sarà sempre possibile incontrare qualcuno che avanza lamentele, altrettanto possibile sarà incontrare qualcuno che con queste lamentele non si trova in accordo. Ma ciò non significa che non si sia liberi di esprimere le proprie opinioni sempre mantenendo un certo decoro e l’assoluto rispetto delle idee altrui.