Femminicidio Fonte Nuova: Annarita Morelli uccisa dal marito. Tutta la vicenda
La scena del delitto di Annarita Morelli, con la Panda rossa coperta da un telo per nascondere l’abitacolo imbrattato di sangue, è terribile
A Fonte Nuova, alle porte di Roma, si è consumato un dramma ai danni di Annarita Morelli, 72 anni, che è stata brutalmente assassinata dal marito, Domenico Ossoli, in un episodio che mette ancora una volta in luce la tragica realtà dei femminicidi in Italia.
La dinamica dell’omicidio
Era una mattina come tante altre per Annarita Morelli. Amante degli animali, aveva appena ritirato una ricetta per un antiparassitario alla clinica veterinaria. Alle 8:00, si è avviata verso la sua auto, una Panda rossa, parcheggiata alla fine di una stradina sterrata che sbuca su via Palombarese. Ad attenderla, con una pistola in pugno, c’era Domenico Ossoli, suo marito da oltre 40 anni e padre dei loro tre figli. Senza esitazione, Ossoli ha aperto il fuoco, colpendo Annarita al fianco sinistro. La donna non ha avuto scampo, accasciandosi al volante della sua auto, mentre i pochi residenti delle palazzine circostanti venivano svegliati dal rumore dello sparo.
Domenico, un ex autista di autobus in pensione, non ha tentato di fuggire. Si è diretto verso un bar tabacchi nelle vicinanze e ha confessato al proprietario: “Ho ucciso mia moglie. Chiamate i carabinieri”. Poco dopo, alle 8:30, i carabinieri di Mentana sono giunti sul posto, trovando Ossoli che li attendeva con l’arma del delitto ancora in mano.
Un passato di tradimenti e controllo ossessivo
I retroscena di questo tragico evento affondano le radici in una lunga storia di tradimenti e controllo ossessivo. Annarita, stanca delle infedeltà e dei soprusi subiti, aveva avviato una causa di separazione a marzo. Nonostante le pressioni del marito per ritirare la causa, la donna aveva trovato la forza di andare avanti, cercando di costruirsi una vita autonoma, anche grazie a piccoli lavoretti che le permettevano di arrotondare i magri 300 euro mensili che Domenico le concedeva.
Un’amica di Annarita ha raccontato: “Lei aveva finalmente trovato un equilibrio. Quando il marito se n’era andato di casa, si era messa a fare dei lavoretti per non pesare su nessuno. Aiutava le nuore con i bambini e accudiva i gatti del vicinato”. Questi gesti di indipendenza, però, erano intollerabili per Domenico, che spesso minacciava di chiudere “i rubinetti” e non darle più denaro.
L’epilogo e le indagini
Domenico Ossoli è ora accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione. Il pubblico ministero della procura di Tivoli, Roberto Bulgarini Nomi, ha emesso un decreto di fermo. L’uomo è stato trovato in possesso di una Beretta calibro 7,65 con un colpo già esploso e altri otto nel caricatore. Ossoli ha tentato di giustificare il suo gesto dicendo che voleva solo ferire la moglie alle gambe, ma le prove raccolte raccontano una storia diversa.
Il medico legale ha confermato che Annarita è stata colpita a bruciapelo, e l’indagine ha rivelato che Domenico aveva installato un GPS nell’auto della moglie per monitorare i suoi spostamenti. Questa ennesima manifestazione di controllo e gelosia culminata in violenza mortale dimostra l’incapacità dell’uomo di accettare la decisione di Annarita di separarsi.
La comunità sotto shock
La comunità di Fonte Nuova è profondamente scossa. Il fratello della vittima, Giancarlo, accorso immediatamente sul luogo del delitto, e uno dei figli della coppia, supportato dalla moglie, sono stati trovati in stato di shock, incapaci di credere a quanto accaduto. La scena del crimine, con la Panda rossa coperta da un telo per nascondere l’abitacolo imbrattato di sangue, è un’immagine terribile.
La storia di Annarita Morelli è un doloroso promemoria di quanto sia importante non solo denunciare, ma anche creare un ambiente sicuro e protetto per chiunque si trovi in situazioni di abuso e controllo. La sua memoria deve servire da sprone per combattere ogni forma di violenza e garantire che giustizia sia fatta.
(Fonte AdnKronos, Silvia Mancinelli e Assunta Cassiano)