Festa dell’Inter, così Bertolaso asfalta gli allarmisti degli assembramenti
A chi profetizza l’aumento dei contagi, l’ex capo della Protezione Civile replica che gli eventuali problemi verranno affrontati: “Se la Roma avesse vinto l’EL sarei sceso in piazza anch’io”
Chiariamo subito che non è possibile non condannare gli assembramenti verificatisi a Milano in occasione della festa dell’Inter per il diciannovesimo Scudetto. Sgombrato quindi il campo (è il caso di dirlo) da equivoci, aggiungiamo che neppure gli ormai dilaganti cahiers de doléances ci sembrano del tutto giustificati. Come ha dimostrato, non senza una certa ironia, Guido Bertolaso, ex capo della Protezione Civile.
Polemiche sulla festa dell’Inter
«Fa male vedere piazza Duomo con 30mila tifosi urlanti, in festa, molti senza mascherina. Quelle persone hanno dimostrato di non avere un briciolo di buon senso». Così Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, ha stigmatizzato il comportamento dei tifosi interisti che celebravano la conquista del titolo di Campione d’Italia. Aggiungendo che «se c’erano positivi, è sicuramente avvenuto qualche contagio. Quanti, potremo dirlo solo tra due settimane», con il rischio di ripercussioni sull’intera Lombardia. La variante nerazzurra, potremmo dire.
D’altronde da folla a follia è un attimo, e l’esponente pentastellato non è stato certo l’unico a esprimere biasimo per l’accaduto. Per esempio, Franco Locatelli, Presidente del CSS, ha accusato i supporter della Beneamata di non aver onorato i 121mila morti da Covid-19.
L’occasione, poi, ha scatenato anche la polemica politica, con protagonisti assoluti il segretario del Carroccio Matteo Salvini e il sindaco meneghino Beppe Sala. A dare fuoco alle polveri è stato il Capitano, che si è chiesto se fosse possibile «far entrare 20.000 tifosi in uno stadio che ne contiene 80.000».
Immediata la replica del primo cittadino: «La risposta è no. Innanzitutto perché gli stadi sono chiusi. E poi, come entrano ed escono 20.000 tifosi senza assembrarsi?»
Un battibecco che comunque sa tanto di diatriba da maestrini, come dimostrano le parole dell’attuale consulente per la campagna vaccinale della Lombardia. Che dapprima ha confessato che, «se la Roma avesse vinto l’Europa League», forse sarebbe sceso in piazza anche lui. E poi ha affermato serafico che, «se ci saranno problemi fra due settimane li affronteremo».
Gioco, partita, incontro… all’allarmismo. Espressione mutuata da uno sport diverso rispetto a quello della festa dell’Inter, che però ci pare renda benissimo l’idea.