FI: Bandecchi fondatore Unicusano lancia Villa Gernetto, “Berlusconi vuole scuola partito”
All’Università della Libertà “c’è un ritorno al passato, alla tradizione delle grandi scuole di partito, che formavano la classe dirigente
All’Università della Libertà “c’è un ritorno al passato, alla tradizione delle grandi scuole di partito, che formavano la classe dirigente. Senza competenze non andiamo da nessuna parte, quindi guardiamo al futuro”. Lo dice l’imprenditore Stefano Bandecchi, classe ’61, fondatore dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, l’uomo che Silvio Berlusconi ha scelto come consigliere personale per mettere in piedi l’università azzurra di formazione politica, che inizia da oggi la sua storia ‘accademica”. Da oggi partono le ‘immatricolazioni’. Il Corso di alta formazione politica, in parte online e in parte in presenza presso Gerno, una frazione di Lesmo, dalle parti di Monza, prevede l’approfondimento di tre macroaree: quella politico-amministrativa, quella economico-finanziaria, e quella in area tecnologica e ambientale, con moduli di approfondimento dettagliati sulla comunicazione politica e sull’approccio della gestualità del linguaggio in pubblico. Tra le novità il modulo seminariale dedicato alla costituzione anche in Italia del ‘ministero della guerra economica’, già istituito in Francia come Sisse (Service de information stratégique e de la sécurité économiques) e nato per difendere i dati sensibili, il know-how nazionale. Un corso quasi di ‘intelligence economica’ a difesa e promozione degli interessi economici del Paese.
“Il nostro ritorno al passato – sottolinea il presidente dell’università telematica Unicusano – sullo stile delle scuole di formazione dei grandi partiti popolari, della Dc e del Pci, guarda però al futuro, alla necessità di dare formazione politica agli uomini del fare, a quei professionisti che Berlusconi ha voluto in politica, che sono eccellenze nelle loro professioni, e che devono competere allo stesso livello anche in politica”. A Villa Gernetto cancelli aperti “a tutti i cittadini con uno spirito liberale ed europeista”, come si legge nella home page del sito, appena inaugurato. “Questa università è una grande novità, nessun partito ha espresso una cosa di questo tipo, da qui possono nascere idee e proposte, dal singolo politico ‘improvvisatore’ si torna a pensare che la politica è confronto di tanti, ma che siano competenti, la concorrenza diventa davvero fondamentale”. Bandecchi la sintetizza così: “Si torna ai migliori, non più agli eletti, a chi viene scelto ancora secondo logiche che tutto sono, tranne che meritocratiche”. Si parla di “formazione vera, non di semplici seminari, con qualche vip, Villa Gernetto riporta all’incontro quotidiano, torniamo alle scuole di partito”. “Certo – spiega l’imprenditore livornese – in Italia negli ultimi anni l’idea vincente è stata quella che per fare politica non avevi dovuto farla prima, dovevi non aver lavorato prima, e anche il fatto di essere una donna poteva aiutare”. Il riferimento all’avvento del M5S non è poi tanto celato: “Certo – sottolinea – da questo punto di vista siamo in controtendenza, noi partiamo dalla necessità di formare chi vuole entrare, o è già in politica, partendo da un profilo democratico e liberale, che crede che oltre alla cultura del fare ci debba essere quella della conoscenza, e che le due cose non vadano distinte”. Bandecchi fa un esempio, partendo da se stesso: “Io ho messo in piedi una università telematica che vale due miliardi, nessuno può dubitare che dal punto di vista dell’impresa possa dire la mia, ma da qui a fare il ministro degli Esteri ce ne corre”. Ancora una volta il riferimento al titolare della Farnesina non sembra casuale. “Io di guidare gli esteri, non me la sentirei”, ammette l’ex parà, che partecipò alla missione in Libano. Il progetto è ambizioso. Bandecchi elenca Master, corsi, corsi brevi e anche ‘corsi week end’ “che rilasciano un semplice attestato”. “Abbiamo già caricato il 90% dei contenuti formativi – spiega – da erogare quotidianamente”. In tasca agli studenti (“che possono essere di tutte le età, a partire anche dai parlamentari eletti”), finiranno crediti formativi, riconosciuti dalla Niccolò Cusano, “come i master che rilasciano 60 cfu, i corsi invece 20”. Fiore all’occhiello le decine di lectio magistralis già previste, che vedranno in cattedra nomi noti della cultura politica istituzionale e economica del paese: la prima sarà tenuta da Mario Baccini, Presidente dell’Ente nazionale per il Microcredito (‘Microcredito ed economia sociale’), poi si passa alle nuove tecnologie, con il sottosegretario con delega all’Editoria, il senatore Giuseppe Moles che parlerà della ‘trasformazione digitale’.
I costi di iscrizione possono variare, dai 3mila euro “fino ai soli 100 che deve pagare lo ‘studente azzurro’, che con quella cifra accede a tutti i corsi per 4 anni”. E’ l’idea della alta formazione, anzi “della formazione continua che abbiamo condiviso con Berlusconi, lui – ricorda Bandecchi – ha sempre puntato su gente con una carriera alle spalle, ma sempre convinto che la formazione non abbia mai fine”. “Non è possibile – conclude il consigliere accademico di Berlusconi – che per fare l’elettricista servano almeno tre attestati, per guidare un pullman più tipologie di patenti, e ancora più titoli per guidare un camion, anche in politica bisogna formarsi, raggiungere attestati e competenze, la nostra scuola di alta formazione vuole colmare questo divario, perché abbiamo ancora in parlamento 35enni, che non hanno fatto nulla prima, che dicono che si stanno formando a Montecitorio e a Palazzo Madama…”.