Finanziaria 2024, parte la “diligenza” ma non è una grande Manovra
Confermati taglio del cuneo e riforma Irpef, arrivano riduzione del canone Rai, contributi per mamme con più figli e asilo nido gratis dal secondo: i dubbi maggiori su sanità e pensioni
Il Consiglio dei Ministri ha approvato la Finanziaria 2024, che dunque comincia ufficialmente il suo iter parlamentare. Un percorso che, come da tradizione, già si preannuncia a ostacoli – non tutti, peraltro, di derivazione allogena. Nel bene e nel male, ecco le principali misure della seconda Legge di Stabilità del Governo Meloni.
Le principali misure della Finanziaria 2024
La Finanziaria 2024 «non disperde risorse ma le concentra su» alcune «grandi priorità». Così, come riporta Il Riformista, il Premier Giorgia Meloni, presentando il disegno di legge di Bilancio da 24 miliardi (due terzi dei quali sottoforma di extra-deficit). In attesa del proverbiale “assalto” è quindi partita la “diligenza”, anche se l’esecutivo non si è mostrato particolarmente diligente.
Le principali novità, come rileva l’Adnkronos, riguardano famiglie (soprattutto se numerose)e imprese. Come la detassazione dei premi produttività al 5% e l’innalzamento a 1.000 euro del tetto dei fringe benefit per i lavoratori (2.000 se hanno figli a carico). Ma anche la maxi-deduzione al 20% per le assunzioni a tempo indeterminato, che può salire fino al 30% se si reclutano lavoratori cosiddetti svantaggiati. Categoria che comprende disabili, donne disoccupate o con almeno due figli minorenni, giovani ammessi agli incentivi all’occupazione giovanile, lavoratori del Sud, ex percettori del Rdc.
Sono inoltre previsti un credito d’imposta per le attività produttive che investono nel Mezzogiorno, e agevolazioni tributarie per quelle che tornano in Italia dopo un trasferimento all’estero. Dal 1° gennaio 2024, poi, scatterà la global minimum tax, la nuova imposta al 15% per le multinazionali con fatturato annuo superiore a 750 milioni di euro.
Capitoli famiglie e tasse
Un altro importante capitolo è quello degli incentivi alla natalità, cominciando dalla decontribuzione per le mamme lavoratrici con 2 o più figli. Come da annuncio chigiano, poi, «dal secondo figlio l’asilo nido è gratis».
Il provvedimento accolto più favorevolmente è la riduzione del canone Rai che, spiega il Corsera, passerà da 90 a 70 euro l’anno. Sempre a livello fiscale, le Partite Iva non dovranno più pagare l’anticipo Irpef a novembre, ma potranno rateizzarlo in cinque scaglioni da gennaio a giugno.
A proposito dell’imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, come sintetizza Il Sole 24 Ore vengono accorpate le prime due fasce di reddito. Fino a 28mila euro l’anno vi sarà pertanto un’aliquota unica al 23%,cui si aggiunge, scrive l’ANSA, l’ampliamento fino a 8.500 euro della “no tax area”.
È stato anche confermato il taglio del cuneo fiscale-contributivo (7% per i redditi fino a 25mila euro, 6% per quelli fino a 35mila euro). Il combinato di queste due disposizioni dovrebbe rafforzare le buste paga dei lavoratori dipendenti fino 1.298 euro annui, pari a 27.500 euro lordi annui.
La Finanziaria 2024 non è una grande Manovra
Si tratta però di misure dalla durata di soli 12 mesi, quindi non strutturali. E questa è solo una delle perplessità, che per lo più riguardano due ambiti specifici. Il primo è quello delle pensioni, visto che, lungi dal trasformare l’attuale Quota 103 nell’auspicata Quota 100, nel testo è spuntata addirittura Quota 104. Il che significa che si lascerà l’impiego un anno più tardi, benché il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti abbia anticipato «un meccanismo di incentivi per rimanere al lavoro».
L’altra grande questione è quella relativa alla sanità. Non tanto per le polemiche sull’erogazione aggiuntiva di 3 miliardi l’anno che però, nota Il Fatto Quotidiano, corrispondono al 6,2% del Pil, in calo rispetto all’attuale 6,6%. Quanto perché, come riferisce TGCom24, la Finanziaria 2024 impone ai cittadini extracomunitari di versare 2.000 euro l’anno per potersi curare col Sistema Sanitario Nazionale.
E meno male che sul sito del Dicastero di Lungotevere Ripa si può leggere che «la salute è diritto di tutti, tutelato dalla Costituzione italiana». Nonché che «i cittadini devono accedere alle prestazioni del SSN senza nessuna distinzione di condizioni individuali, sociali ed economiche».
Insomma, anche in questo caso, as usual, vi sono delle luci ma anche parecchie ombre. Abbastanza, probabilmente, per concludere che neppure stavolta siamo di fronte a una grande Manovra.